Presentazione



Lista civica "Insieme per Celenza s. T."



Questo blog nasce dalla volontà di condividere, in modo nuovo, le azioni che la lista civica "Insieme per Celenza" pone in essere nel dare attuazione al proprio mandato elettorale.



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martedì 26 febbraio 2013

Giornalisti che scrivono di fatti in cui sono direttamente coinvolti....non possono esprimere giudizi oggettivi! Diffidate!!


Il giornalista non è solo colui che ha una bella penna e una laurea. Al giornalista non è richiesto soltanto la capacità di comprendere concetti del linguaggio, della giurisprudenza, della scienza, dell’economia, dello sport, della politica, ecc..
Al giornalista è richiesta anche una virtù di tutt’altro genere, come l’indipendenza di pensiero per esempio. È evidente che un giornalista non può essere esperto in tutte le matterie, non può essere esperto di giurisprudenza così come lo è un avvocato o un giudice, non può essere esperto di medicina come lo è un medico o un infermiere, non può essere esperto di sport quanto lo è chi si occupa di sport. Si può scrivere di medicina, di giurisprudenza, di sport o altro, ma questo non vuol dire che si ha la competenza necessaria per capire bene una sentenza, una ricerca scientifica, ecc..
Il livello di professionalità con cui un giornalista valuta le informazioni e scrive un articolo dipende anche dall’assenza di condizionamenti. Se si è coinvolti personalmente in un caso, è alto il rischio di  non fare un buon servizio e si finisce per essere poco credibili nel commentare l’ evento, in quanto parte interessata, pertanto si rischia di essere schierati e di far valere solo le proprie ragioni invece di giudicare con serena imparzialità, soprattutto si rischia di non essere indipendenti. Dunque c’è un conflitto di interesse e ciò che si scrive risulta di un intreccio preoccupante.
Un bravo giornalista, anche se pensa di avere ragione chiede ad altri di verificare le proprie argomentazioni. Una sentenza di tribunale, una poesia, una partita, un trattato medico possono anche essere giudicati e commentati, ma non dalle persone direttamente coinvolte e quindi interessate, perché i commenti sono espressi solo in base alle proprie posizioni.

Quindi diffidate dagli ipocriti giornalisti coinvolti nelle faccende di cui scrivono.


Movimento insieme per Celenza s. T.

© Insieme per Celenza s. T. (Riproduzione vietata)

Vernio (Prato): 437esima rievocazione storica della “Festa della Polentina”. Presente una folta delegazione del comune di Celenza sul Trigno che ha stretto un “Patto di Amicizia” con il comune toscano.

 






Domenica 17 Febbraio si è svolta a Vernio in Toscana la “Rievocazione storica della festa della polentina” una delle più antiche manifestazioni storiche italiane arrivata alla 437esima edizione ed organizzata dalla Società della Miseria, dal Comune di Vernio con il sostegno della Provincia di Prato e il patrocinio della Regione Toscana.
Chiamata anche “Festa della Miseria”, ricorda la carestia del 1512 causata nel pratese e in Val di Bisenzio, dall'invasione spagnola, responsabile del “sacco di Prato”. Un paese fra più i colpiti fu proprio Vernio ma le popolazioni stremate furono oggetto della generosità dei Conti Bardi che distribuirono ai sudditi affamati, polenta di castagne, aringhe e baccalà. Dalla fine del XVI secolo la manifestazione si celebra la prima domenica di Quaresima (anticamente il mercoledì delle Ceneri) sulla piazza di San Quirico di Vernio di fronte al Casone, tramandata dalla Società della Miseria. In più oggi è diventata anche un modo per celebrare uno dei prodotti tipici della Val di Bisenzio, la farina dolce di castagne che viene proposta per tutta la giornata. A questa edizione 2013, erano presenti 600 figuranti dei più antichi gruppi storici toscani con in testa il Gruppo Storico dei Conti Bardi con i suoi splendidi e fedeli costumi cinquecenteschi.
Anche quest’anno come accade da alcuni anni, alla rievocazione storica era presente una delegazione del comune di Celenza sul Trigno da cui proviene un nutrita comunità integratasi a Vernio da molti anni e con la quale è stato stretto un patto di amicizia. Il 16 Febbraio la delegazione di Celenza sul Trigno guidata dal Sindaco Venosini, dal Vice Sindaco Di Iorio, dalla consigliera Felice, oltre che da rappresentati della Proloco, accompagnati da un folto numero di cittadini di Celenza e da un numeroso gruppo di celenzani che vivono a Vernio ha raggiunto la  frazione di Sant’ Ippolito dove si è svolto lo storico Carnevalino di Sant’Ippolito. Protagonista è la pastasciutta condita con un sugo a base di tonno e accompagnata dalle aringhe.
Alle 18.00 circa poi la delegazione ha raggiunto la Sala Consiliare del Palazzo Comunale, dove a cura dell’Accademia de’ Bardi, è stato presentato il volume “Una donna del Rinascimento: Contessina Bardi di Vernio”, Oltre all’autrice ed al sindaco del Comune di Vernio erano presenti autorità, della Sovrintendenza Archivistica per la Toscana, dell’Università degli Studi di Firenze, il Presidente del “Gruppo Storico dei Conti Bardi di Vernio” ecc.. Domenica 17 Febbraio alle 09:30 con la partenza del Corteggio Storico per San Quirico di Vernio, ha avuto inizio la sfilata storica che ha visto in testa il Presidente della Società della Miseria, seguito dal gonfalone del Gruppo storico Conti Bardi e dalle bandiere con gli stemmi delle nove terre di Vernio (secondo un documento del XVIII secolo conservato nel Castello Guicciardini di Poppiano). Seguivano dame e cavalieri, musici, armigeri e la coppia dei Conti.
Fra i gonfaloni era presente anche quello di Celenza sul Trigno. Inoltre vi era una delegazione del comune francese di Senones, di quello belga di Marchin e di quello tedesco di Jettingen gemellati con Vernio, poi i tanti gruppi storici: il Corteggio Storico del Comune di Prato, il Calcio Storico Fiorentino, Giostra dell’Orso di Pistoia, il Gruppo Storico “Giostra della Stella” di Bagno a Ripoli (Firenze), Giostra del Saracino di Sarteano, il Gruppo Storico di Montemurlo, i rappresentanti della Federazione Nazionale Giochi Storici e dei Polentari d’Italia, la delegazione della proloco di Celenza e infine la Filarmonica G. Verdi di Luicciana. Dopo il Corteggio, in Piazza del Comune a San Quirico davanti a Palazzo Bardi si è svolta la lettura della Pergamena con l’editto in cui i Conti Bardi offrivano aiuto alle popolazioni e subito dopo la distribuzione gratuita delle porzioni di polenta dolce ricavata dalla farina di castagne che in questa parte di Appennino rappresenta uno dei piatti tipici più ricercati.
Alle delegazioni ed ai figuranti è stato offerto un pranzo nei locali del Meucci, storica fabbrica tessile dove oggi ha sede anche il museo delle macchine tessili.
Daniele Leone
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venerdì 15 febbraio 2013

Le valide alternative!




Abbiamo appreso dai media che a Martinsicuro, nel Teramano, terra del Governatore Chiodi è stato inaugurato il primo Centro di Cure Primarie d’Abruzzo, una specie di pronto soccorso sul territorio, qualcosa di molto più di tanti ambulatori di medicina generale. Nella struttura ci sono ambulatori dotati di modernissime strumentazioni utili per la diagnostica, ma anche numerosi servizi come la cardiologia, la chirurgia generale, la neurologia, l’urologia, l’oculistica, l’ecografia, la ginecologia, eccetera, ma soprattutto, è possibile rivolgersi a questa nuova realtà per i cosiddetti “codici bianchi” senza dover far ricorso al pronto soccorso.
Dunque in questo modo si alleggeriscono i pronto soccorso, evitando ricoveri impropri, e si esercita la vera medicina del territorio assicurando una serie di funzioni essenziali per assistere i cittadini nell'arco delle 24 ore. “Questo modello potrebbe essere attuato anche nelle aree interne del vastese - dichiara il Sindaco Venosini - Abbiamo ragione quando sosteniamo che non si tagliano i servizi sanitari senza valide alternative. Questo Centro di Cure Primarie sul territorio, attivo nell’arco delle 24 ore è un servizio valido, noi da subito abbiamo sostenuto la necessità di trovare valide alternative ai tagli delle guardie mediche nel nostro territorio. Le nostre richieste non sono pensate per campanilismo, ma per esigenze concrete, non vogliamo dare il via ad una guerra tra paesini, chiediamo che nessuno di essi venga penalizzato da questi tagli, perciò con forza chiediamo servizi alternativi validi senza i quali si rischia di lasciare i malati con patologie acute o croniche, i bambini, gli anziani, che in queste zone sono tantissimi,ecc., soli.
Ecco il perché della nostra battaglia. Siamo in campagna elettorale vorrei sentire, l’opinione dei canditati locali alla camera e al senato, in tema di sanità sul territorio. Ad oggi si contano su una mano le posizioni in difesa della sanità nel vastese. Soprattutto vorrei che evitassero di ripeterci le stesse cose che sentiamo da cinque anni: “stiamo attraversando una grave crisi, i tagli sono necessari. C’è il debito della sanità, ecc..”
Tutto vero!!! Ma è possibile che a pagare la crisi siano solo i cittadini che vivono nelle aree interne del territorio vastese? Se è vero che siamo in una fase di crisi perché in televisione i politici promettono riduzione delle tasse, investimenti nella sanità, nella scuola, ecc.? Questi fondi da investire nella salute e nella formazione, ci sono o è l’ennesimo spot elettorale? Qual è la proposta dei nostri candidati locali alle politiche, sulla salvaguardia dei nostri servizi sanitari sul territorio?
Di una cosa sono sicuro che i cittadini il 24 e 25 febbraio, alle urne diranno “BASTA” ai tagli, “BASTA” alle tasse, “BASTA” a questa politica che fa pagare la crisi ai lavoratori, penalizzandoli sia contrattualmente, sia con tagli ai diritti e sia con la riduzione della retribuzione. I cittadini diranno “BASTA” scaricare su di noi colpe che non abbiamo commesso.
Oggi come in passato la politica quando c’è da tagliare taglia ai pensionati, ai lavoratori, ai malati, mentre invece quando c’è da fare investimenti per il territorio lo fa pensando ai propri interessi e i casi giudiziari che in questi giorni stanno interessando diverse regioni del nostro paese ne sono la dimostrazione.
Roba da farci piangere!
Intervista al sindaco Venosini a cura di Daniele Leone
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Non lasciateli soli!



Sindaco Venosini, viviamo una fase difficile, in cui sembrano smarrirti tanti valori su cui i nostri padri avevano faticosamente costruito la vita dei nostri comuni e città. Più volte in questi anni, ho ascoltato le giuste preoccupazioni di tanti cittadini che vivono nelle aree interne, ho colto in loro il giustificato timore dell’impoverimento dei loro paesini: in questi anni si sono visti chiudere numerosi servizi, scuola, sanità, trasporti, poste, ecc..
Non è più accettabile che i nostri servizi, si debbano piegare alla logica “dei tagli”, alla politica “dei numeri e dei bilanci”, elaborati nel chiuso di stanze dove non vedono i volti delle persone, non leggono le preoccupazioni delle famiglie e non comprendono i bisogni dei malati. Questa politica finisce solo per isolare i nostri paesini, ci si dimentica del contribuito dei cittadini dei piccoli comuni, nel fare la storia, la cultura, le tradizioni e la crescita del PIL della nostra regione Abruzzo.
Allora mi domando se è lecito che in nome dei bilanci e dei numeri si possa abbandonarli, cancellarli. I nostri luoghi sono abituati al sacrificio, al lavoro duro, al vivere comune, ad affrontare in maniera fiduciosa sia i momenti lieti che quelli difficili, come la guerra e l’emigrazione, ma adesso per colpa dei tagli e dei bilanci i nostri paesini sono destinati a scomparire per sempre. Fino a non molti anni fa i servizi presenti in ogni piccolo comune testimoniavano la presenza dello Stato e della Regione interessati a conservare operoso e vivibile ciascun piccolo comune, servendo la popolazione con scuole, uffici postali, guardie mediche, trasporti pubblici, servizi minimi costituzionalmente previsti.

Sindaco, ha ragione di lamentarsi. Girando per i piccoli comuni avverti una sensazione che ti fa dire: “La nostra Costituzione non contempla cittadini di serie A e cittadini di serie B a secondo se vivono sulla costa o in montagna, allora perché si continua a penalizzare queste aree e si tagliando i servizi?
Queste scelte ci dicono una sola cosa: che sta accadendo qualcosa di grave, per questo chiedo alla politica di ascoltare il nostro grido di allarme. Alcuni giorni fa sui giornali un padre di famiglia ha lanciato un disperato appello “sono pronto a vendere il mio voto per ottenere il servizio di scuolabus per i miei figli”. Questo deve far riflettere, corriamo il rischio di trovarci tra qualche anno senza più servizi, si rischia la desertificazione, ci troveremo tra qualche anno ad avere piazze, centri storici, strade vuote, abbandonate e corsi d’acqua, fiumi, depuratori e boschi abbandonati, senza più il controllo dell’uomo.
Questa politica dei “tagli” sta mettendo in fuga i giovani e le famiglie, perché senza servizi quale futuro avranno nei nostri piccoli comuni le famiglie?
E quei pochi servizi che oggi sono presenti sul territorio non possono essere fruiti al 100%, in tempo utile a causa del territorio montano e della disastrosa viabilità.
Tra qualche anno dunque accadrà che in molti centri storici ci saranno solo un mucchio di case cadenti.

Sindaco, prima parlava dell’abbandono dei corsi d’acqua, fiume e depuratori: è cronaca di questi giorni “l’inquinamento del Fiume Trigno”, queste sue parole dovrebbe svegliare le coscienze di tutti i partiti e i politici, soprattutto di Vasto e San Salvo”!
Con questi scenari, tutta la politica si dovrebbe interrogare su quale sarà il destino dei nostri fiumi, boschi e depuratori. Diventeranno forse aree di discariche abusive?
Di sicuro, non è astruso affermare che anche le città costiere avranno nei prossimi anni grossi problemi. Con lo spopolamento delle nostre colline, chi si prenderà cura dei depuratori, dei corsi d’acqua e chi vigilerà sulla sicurezza del Fiume Trigno. La scelta di tagliare le guardie mediche e i trasporti nel medio e lungo periodo, costerà molto di più di quanto oggi si risparmia con i tagli, perché bisognerà intervenire nella bonifica e nel ripristino delle criticità. Già, l’inquinamento di questi giorni ha prodotto dei costi. Allo spopolamento ed al mancato controllo del territorio dobbiamo aggiungere poi i costi sociali ed umani che avremo ed un impoverimento delle identità culturali di queste nostre zone. Mi auguro che tutti i rappresentati politici di Vasto, San Salvo e di tutti i comuni del vastese, intervengano per dire no ai tagli ai servizi per le aree interne.

Intervista al sindaco Venosini a cura di Daniele Leone

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mercoledì 13 febbraio 2013

Le proposte sul tavolo ci sono e la disponibilità non manca!


Sindaco Venosini, è notizia di pochi giorni fa che in un comune in provincia di Varese hanno aperto un’ambulatorio infermieristico convenzionato, dove si effettuano: medicazioni, rimozione di punti di sutura, terapia iniettiva, misurazione della pressione, prelievi ematici, insulino-terapia, educazione sanitaria, bendaggi, posizionamento cateteri vescicali, applicazione Holter cardiologico e pressorio, elettrocardiogramma, misurazione dell’ossigeno. Queste sono alcune tra le prestazioni che i cittadini di quel paese possono trovare nell’ambulatorio infermieristico convenzionato, cosa ne pensa?
Ecco un’iniziativa che non taglia i servizi ma investe nel territorio. Anche qui da noi la ASL potrebbe convenzionare al Comune di Celenza sul Trigno un ambulatorio infermieristico e un Centro Diurno aperto tutti i giorni della settimana dalle ore 8,00 alle ore 20,00 e coloro che sono impossibilitati a spostarsi possono chiedere di essere presi a domicilio o essere visitati a domicilio. Questa potrebbe essere un’iniziativa in grado di dare “una risposta” ai bisogni di salute degli anziani che vivono nel nostro territorio in un momento in cui la sanità è flagellata da “tagli”, un’iniziativa che non sarebbe la panacea ai problemi nelle nostre aree interne ma darebbe una risposta di salute ai tanti anziani soli e con patologie croniche e promuoverebbe anche l’occupazione. Potrebbe essere un sistema valido per affrontare il problema “salute degli anziani” nella sua complessità e direttamente sul territorio senza che gli anziani debbano rivolgersi agli ospedali per ogni cosa. A gestire il servizio ambulatoriale e il centro diurno convenzionato potrebbero essere gli infermieri in quanto ”attori” nella gestione della salute delle persone, in sinergia ed interdipendenza con gli altri “attori” che partecipano ad entrambi i servizi: l’ambulatorio infermieristico ed il centro diurno, vale a dire il medico, il fisioterapista, l’operatore sanitario, l’assistente sociale, la guardia medica presente sul territorio, la farmacia, i servizi ambulatoriali e i servizi diagnostici sul territorio, l’ospedale, i volontari, il servizio ambulanza. Tutte queste figure si prenderebbero cura dei cittadini a 360 gradi partendo dall’educazione alla salute, alla prevenzione, alle cure, alla riabilitazione, ecc..

Sindaco, l’ambulatorio infermieristico sarebbe attivo anche nelle ore notturne?
L’ambulatorio infermieristico, a patto di riuscire a ottenere la convenzione, potrebbe essere affidato, secondo le modalità previste, a privati, cosi come anche il centro diurno e dovrà assicurare la presenza del medico e dell’infermiere. I cittadini potrebbero sottoscrivere una card, in tal modo riceveranno, attraverso la reperibilità notturna e festiva, le prestazioni altamente professionali del medico e dell’infermiere, a domicilio come in ambulatorio anche nelle ore notturne, e se c’è bisogno di trasportare il paziente in ospedale si attiva il trasporto con un ambulanza convenzionata.

Sindaco, dunque mi pare di capire che sia per il servizio ambulatoriale che per il centro diurno è prevista anche la figura del medico!
Se riusciamo ad ottenere la convenzione con la ASL per l’ambulatorio infermieristico e il centro diurno chiederemo al privato che gestirà i servizi la presenza di medici ed infermieri. Il nostro progetto vuole realizzare sul territorio una nuova idea di sanità territoriale, capace di dare risposte ai bisogni di salute degli anziani, dei malati, dei portatori di patologie croniche, dei diversamente abili, ecc.. I nostri progetti sono pensati per avere nel territorio un sistema sanitario in grado di intercettare tempestivamente una patologia e di curarla, e soprattutto curare le malattie croniche a domicilio. Attraverso l’ambulatorio infermieristico e il centro diurno si riuscirebbe ad intercettare una serie di patologie che altrimenti senza servizi sarebbe difficile intercettare, inoltre si farebbe prevenzione, riabilitazione agli anziani per prevenire le cadute e dunque le fratture di femore che costano caro alla ASL, si potrà collaborare con il medico di famiglia, ecc.. Ribadisco che i due servizi se convenzionati verranno organizzati in modo tale che vi sia un’interdipendenza fra tutti gli attori del sistema sanitario.
Faccio un esempio: un anziano affetto da BPCO riacutizzata, in cura con il proprio medico di famiglia, deve sottoporsi ad una serie di esami diagnostici ed ematici. Bene, l’ambulatorio infermieristico si prenderebbe in carica la somministrazione della terapia e attraverso l’assistente sociale organizzerebbe gli appuntamenti per eseguire gli esami, inoltre sarà compito dei due servizi accompagnare il paziente ad effettuare le visite, nel frattempo, nel centro diurno, in caso di necessità riceverà la visita medica del medico del centro, e se deve assumere la terapia I.M. provvederanno gli infermieri. Insomma immaginiamo un centro che si prenda cura dei bisogni della persona. Ecco tutti gli attori devono intervenire con modalità diverse in funzione delle proprie competenze e professionalità, solo cosi eviteremo che gli anziani e non solo, perché l’ambulatorio è rivolto a tutti i cittadini, si rivolgano in modo improprio al pronto soccorso dell’ospedale, facendo aumentare i costi della ASL.

Sindaco, oggi il Sistema Sanitario territoriale è davanti a un bivio importante, effettuare tagli che costringeranno anziani, malati cronici e cittadini a rivolgersi all’ospedale per ricevere le cure, facendo aumentare i costi, oppure sperimentare nuovi modelli sanitari sul territorio, come il centro diurno e l’ambulatorio infermieristico che voi come amministrazione proponete.
Secondo noi bisogna percorrere quest’ultima strada la ASL dovrebbe sedersi ad un tavolo e ascoltare le nostre proposte, che sono numerose “la telemedicina, l’ambulatorio infermieristico, il centro diurno, la partecipazione dei comuni alle spese di gestione delle guardie mediche e all’acquisto di materiale sanitario, fino ad arrivare alla gestione delle guardie mediche ai medici specializzanti,” ma siamo anche disposti a sottoscrivere con la ASL e il Governatore altri accordi purché garantiscano cure e assistenza sanitaria sul territorio. Come vedete di proposte sul tavolo ce ne sono e la nostra disponibilità non manca, dobbiamo solo sederci ad un tavolo e discutere. Noi vogliamo che la politica comprenda che i tagli ai servizi nei piccoli paesini rischiano solo di aumentare il numero di cittadini costretti a impoverirsi per curarsi, di fare aumentare i costi della ASL e soprattutto rischiamo che molte famiglie abbandonino i piccoli paesini. Ecco perché siamo impegnati come amministrazione di Celenza sul Trigno ad assicurare ai nostri concittadini le stesse opportunità che hanno coloro che vivono sulla costa o in città. Se la politica non coglie questa problematica si rischia seriamente di non riuscire ad offrire “salute” a questo territorio.

Intervista al sindaco Venosini a cura di Daniele Leone

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martedì 5 febbraio 2013

Venosini: il Trigno patrimonio da tutelare.


 
 
Articolo tratto da www.ilcentro.it a cura della Giornalista Paola Calvano


Il fiume sta meglio, ma vietati i prelievi per uso potabile a Lentella. Il sindaco di Celenza protesta.

CELENZA SUL TRIGNO. Il Trigno sta meglio. Non abbastanza tuttavia per consentire i prelievi idrici per uso potabile a Lentella. Il presidente del Coniv, Arnaldo Tascione conferma che da oggi il consorzio distribuirà l'acqua depurata che arriva dalla traversa di San Giovanni Lipioni.  «Questa è un'assurdità. Il Trigno va curato in tutto il suo percorso. Dalla salute del fiume dipende l'economia del territorio», protesta il sindaco di Celenza, Andrea Venosini. «Oltre che indispensabile per l'approvvigionamento idrico della popolazione il Trigno è ricco di rare specie faunistiche e floreali. Questa è un'area Sic di interesse comunitario. Come si può tollerare che il fiume venga inquinato al punto da essere declassato? Vanno individuate cause e responsabili. E chi ha commesso questo scempio deve essere punito», tuona Venosini.  Il comune di Celenza sul Trigno insieme a Tufillo, Dogliola, Fresagrandinaria, Lentella, Cupello e San Salvo ha avviato il percorso per l'ottenimento dei finanziamenti dei piani di gestione della vallata che è un'area Sic. «Questo territorio racchiude un patrimonio di grande interesse turistico e ambientale. Va protetto e valorizzato. Al contrario, periodicamente il fiume viene avvelenato e sempre nello stesso punto. A nome dei cittadini del comune che governo chiedo di sapere il motivo reale per il quale l'acqua del fiume a valle di Lentella è stata declassata e perché a tutt'oggi la situazione non è ancora tornata alla normalità», insiste il sindaco ringraziando il Wwf che ha preso a cuore la questione. Celenza sul Trigno sta puntando sul turismo naturalistico per rivalorizzare la vallata, evitare lo spopolamento della montagna e creare opportunità di lavoro per i giovani. Solo pochi mesi fa Venosini ha annunciato il varo del Parco avventura, progetto da 400mila euro. Venendo meno la purezza della risorsa idrica il progetto verrebbe svilito. «Non mi rassegno alla declassazione dell'acqua prelevata nella traversa di Pietra Fracida. L'acqua va restituita al territorio. Confido nelle forze dell'ordine affinché sia fatta la massima chiarezza sui ripetuti attacchi al fiume», afferma il primo cittadino di Celenza. (p.c.)

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lunedì 4 febbraio 2013

Possibili soluzioni!

 

Nell’ultimo ventennio gli utenti del sistema sanitario nelle zone di montagna sono cambiati, oggi ci sono più anziani, molti dei quali con  malattie croniche, e questo accade mentre gli ospedali delle aree interne vengono chiusi e con essi anche le guardie mediche e quando un cittadino di queste aree necessità di cure, il sistema territoriale si mostra inadeguato.

Abbiamo chiesto al Sindaco Venosini, le possibili soluzioni, in grado di dare risposte certe ai cittadini di queste aree.
La panacea ai problemi della sanità nelle nostre aree interne - afferma Venosini - non è la chiusura degli ospedali e delle guardie mediche, a mio avviso si devono trasformare i piccoli ospedali in poliambulatori specialistici e in residenze per anziani. Questo perché, nelle aree interne, la popolazione invecchia ed il quadro epidemiologico mostra un aumento delle malattie croniche. Per questo motivo, prima di tagliare i servizi, forse sarebbe il caso di promuovere nelle nostre are di montagna nuovi modelli di assistenza e cure.
Se non affronteremo il problema nella sua complessità, rischieremo di trovarci tra qualche anno con ospedali e guardie mediche chiuse da una parte e con un aumento dei costi della sanità dall’altra, a causa dall’assenza dei servizi che costringeranno i cittadini a rivolgersi agli ospedale. Oggi i dati ci dicono che nei prossimi anni aumenteranno le patologie croniche, ovviamente questa incidenza crescerà con il crescere dell’età.

Sindaco dunque  è sbagliato tagliare i servizi nelle aree interne quando poi nei prossimi anni ci troveremo con un aumento degli anziani e delle cronicità che per ricevere le cure appropriate in assenza di servizi sul territorio dovranno  rivolgersi ai pronto soccorso  degli ospedali.
Dobbiamo evitare che vengano chiusi i servizi nelle aree interne perché il risparmio che da ciò si otterrà sarà solo di breve durata. Già nei prossimi anni, senza servizi sanitari nelle nostre aree aumenteranno i ricoveri negli ospedali per patologie croniche e ciò comporterà un aumento dei costi della sanità. Dunque risparmiare oggi cento per pagarne mille domani è sbagliato. Noi dobbiamo lavorare per avere nel territorio un sistema sanitario in grado di intercettare tempestivamente una patologia e di curare le malattie croniche a domicilio attraverso una rete di servizi sul territorio. Ma ahimè, se continuiamo a tagliare i servizi nelle aree interne, per di più oggi l’accesso ai servizi ambulatoriali della nostra ASL sono una nota dolente ( tutti conosciamo i tempi lunghi delle liste d’attesa), mi dite come si fa ad intercettare una patologia?
È evidente che possiamo evitare l’uso improprio degli ospedali, solo attraverso i servizi ambulatoriali sul territorio e un’interdipendenza organizzativa tra i diversi attori del sistema sanitario che agiscono su quel paziente: medico di medicina generale, guardia medica, infermiere sul territorio, servizi ambulatoriali e servizi diagnostici. Tutti questi attori interverranno con modalità diverse, evitando che il paziente si rivolga in modo improprio al pronto soccorso dell’ospedale.
Ma se si tagliano i servizi dei paesini delle aree interne come si può ottenere questa interdipendenza, da qualche parte il cittadino dovrà recarsi, e inevitabilmente andrà in ospedale, con un aumento della spesa.

Sindaco, la geografia dei servizi sul territorio, ci dice che i servizi in queste aree oggi sono carenti e lo saranno ancora di più dopo la chiusura delle guardi mediche. I tagli previsti, oggi fanno a botte con le spese del Sistema Sanitario nei prossimi anni.
Oggi il nostro Sistema Sanitario è davanti a un bivio importante: continuare a fare tagli, costringendo i nostri anziani, malati cronici e cittadini a rivolgersi agli ospedali per ricevere le cure oppure trasformare seriamente il sistema sanitario territoriale rendendolo più adeguato ai bisogni dei cittadini? Secondo noi bisogna percorrere quest’ultima strada sedersi ad un tavolo coinvolgendo amministratori locali, sindacati di medici ecc. e ragionare su alcune strategie. Visto che la popolazione secondo gli scenari futuri sarà costituita da persone anziane con patologie croniche, si potrebbe trasformare i posti letto che vengono chiusi nei piccoli ospedali in poliambulatori specialistici che lavorano dal lunedì al sabato, dove si fa solo specialistica ambulatoriale, anche in regime intramoenia. Infatti, oggi l’accesso ai servizi ambulatoriali della nostra ASL è una nota dolente per i cittadini che per effettuare una visita specialistica o un ecografia impiegano mesi, e sono costretti poi a recarsi in strutture private.
Oggi solo la metà delle visite specialistiche vengono fatte in regime pubblico, l’altra metà nel privato. Una seconda strategia potrebbe essere quella di aumentare i posti letto RSA nei paesini delle aree interne, questo non solo creerebbe occupazione ma arresterebbe lo spopolamento, inoltre eviterebbe l’affollamento dei reparti di medicina e geriatria degli ospedali, che aumenterebbe notevolmente i costi della sanità. Altro che tagli, qui se non si investe nella sanità sul territorio tra qualche anno assisteremo al dissolvimento del nostro Sistema Sanitario regionale e allora sarà difficile porre rimedi.

Intervista al sindaco Venosini a cura di Daniele Leone


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"No alla chiusura della Guardia Medica dei piccoli paesini delle aree interne del vastese"



Il pensiero è comune: “No alla chiusura della Guardia Medica dei piccoli paesini delle aree interne del vastese”. L’amministrazione di Celenza ha già deliberato in consiglio comunale la propria contrarietà alla chiusura del servizio e grazie all’impegno del consigliere regionale Franco Caramanico e Paolo Palomba, è stato presentato in consiglio regionale una interpellanza al Governatore Chiodi.
Il NO alla chiusura della guardia medica è stato un eco ripetuto da più voci, da tutti i consiglieri comunali di maggioranza, dai cittadini che hanno preso parte alla lunga seduta del consiglio comunale del 25 gennaio 2013 aperto e tutti, dai sindaci del territorio, presenti che nei loro interventi hanno espresso la volontà di convocare immediatamente consigli comunali straordinari per deliberare il proprio “NO” alla la chiusura delle guardie mediche.
“Abbiamo già chiesto un incontro al Manager, spiega il sindaco Venosini -. Chiediamo in questa fase delicata, che non siano ancora una volta i numeri a prevalere sui bisogni dei cittadini. Noi chiediamo di far cessare i tagli ai servizi che da anni colpiscono il nostro territorio: prima la chiusura dell’ospedale di Gissi, poi è toccato ai trasporti, adesso si vogliono chiudere le guardie mediche. E’evidente che siamo preoccupati così si sta abbandonando i cittadini e il nostro territorio. Lo pensiamo noi e soprattutto gli abitanti che hanno partecipato al consiglio comunale.”

E’ stato chiaro il Sindaco Venosini in un incontro pubblico tenuto a Castiglione M.M, alla presenza del Manager Zavattaro, del direttore Sanitario Budassi, e del direttore del Distretto di Base Di Giovanni,: “Non chiudete le nostre guardie mediche senza prima individuare soluzioni alternative da proporre alle nostre comunità”.
Bisogna adesso che i vertici della ASL prendano atto della volontà plebiscitaria che arriva da tutti i comuni interessati: “non chiudere le guardie mediche”, una necessità per questo territorio, inoltre i tempi di percorrenza verso le altre sedi sono lunghi e difficoltosi e molte delle persone che vivono in questi luoghi sono anziani che non hanno mezzi a disposizione per spostarsi. In prima linea, in questa battaglia ci sono i sindaci di Celenza sul Trigno, Torrebruna, Castelguidone e Carunchio, che lamentano come il piano di rientro della ASL colpisca ancora una volta i servizi alle popolazioni che vivono nelle aree interne.
Ai vertici della ASL chiedono di convocare un tavolo e in quella sede verranno proposte le soluzioni. Il sindaco Venosini si sbilancia e formula alcune proposte al Manager: “ Le Guardie mediche che vogliono chiudere sono 7: Cupello, Scerni, San Vito Chietino, Quadri, Palena, Carunchio e Celenza sul Trigno. I comuni che usufruiscono di questo servizio nel nostro territorio sono circa 30, basterebbe che tutte le amministrazione si facessero carico di tutte le utenze e della pulizia dei locali, inoltre si potrebbe pensare che ogni anno i comuni interessati, versino nelle casse della ASL un contributo annuo da stabilire per l’acquisto di materiale sanitario e strumenti medicati come apparecchi per elettrocardiogramma, defibrillatore, ecc., in modo da offrire ai nostri concittadini servizi di qualità e risposte concrete.
Siamo anche disposti a far si che medici di guardia medica nel mio piccolo paese di Celenza sul Trigno, siano medici specializzandi, come già previsto dalle normative, così che la ASL possa utilizzare i medici assunti in altri servizi.
Questa è solo una delle tante proposte che abbiamo da formulare ai vertici della ASL, al Governatore e al Comitato ristretto dei sindaci.”

Intervista al sindaco venosini a cura di Daniele Leone.


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Scelte assurde!


Il Governatore Chiodi, il Manager Zavattaro, il comitato ristretto dei Sindaci presieduto dal Sindaco di Vasto, L. Lapenna, tornino indietro sulla decisione di chiudere la guardia medica di Celenza sul Trigno”.
È quanto ha dichiarato il sindaco Venosini dopo la decisione presa dal comitato ristretto di sospendere le attività della guardia medica in alcuni piccoli comuni delle aree interne. L’allarme lanciato dal Sindaco non è legato alla sola preoccupazione per la chiusura della guardia medica, ma anche all’idea che la politica ha della sanità nelle nostre aree interne.
Ha dichiarato Venosini: “Invito il Manager, il Governatore e il Presidente del comitato ristretto dei Sindaci ad impegnarsi nel compiere tagli sui veri sprechi, non sui diritti dei cittadini, che vivono nelle aree interne dell’alto vastese. Non è possibile prendere decisioni del genere in base a calcoli matematici, senza interpellare noi amministratori che viviamo in questi paesini. Nelle nostre aree ci troviamo di fronte a territori già sofferènti e per molti versi carenti di presenze istituzionali e sociali. Voler applicare la logica ragionieristica al diritto alla salute e all’assistenza sanitaria va a scapito degli utenti anziani dei bambini e delle persone che vivono in questi piccoli paesini. Dobbiamo ragionare e tener conto delle peculiarità delle nostre aree territoriali e della popolazione sparsa e prevedere la possibilità di tutelare i paesini delle aree interne. Inoltre ricordo al Manager, al Governatore e al Presidente del comitato ristretto dei sindaci che secondo i dati dell’ultimo censimento riferito al 2011 il numero degli abitanti tra i comuni di Palmoli e Celenza sul Trigno è identico il primo ha 980 abitanti ed il secondo ne ha 974, con una differenza di sei abitanti, e c’è un particolare di cui non si è tenuto conto: sia Celenza sul Trigno che San Giovanni Lipioni sono sedi rispettivamente di una RSA e di una RA che ospitano numerosi anziani provenienti da diversi paesi. Inoltre Celenza sul Trigno dista da Vasto 44 km circa e da di Gissi 34 Km circa mentre Palmoli dista da Vasto 31 Km circa e da Gissi 18 Km. circa.
A questo punto è legittima la domanda che rivolgo al Governatore Chiodi, al Manger Zavattaro e al Presidente del comitato ristretto dei sindaci Avv. Lapenna, Sindaco di Vasto, si possono conoscere i criteri adottati, per decidere la chiusura delle guardie mediche?
Qualcuno spieghi ai cittadini di Carunchio, Torrebruna, San Giovanni Lipioni, Guardiabruna, Castelguidone e Celenza sul Trigno come sono state fatte queste scelte? Perché il nostro comune e quello di Carunchio? Qualcuno dovrà spiegarci come mai da Celenza sul Trigno dobbiamo percorrere 22Km di curve, buche, strade non illuminate, soprattutto in inverno che qui da noi inizia a novembre e termina ad aprile e rallenta i tempi di percorrenza, che non sono 29 minuti circa stimati nel documento del comitato ristretto dei sindaci, ma 40 minuti circa.
Questo è il tempo che abbiamo impiegato facendo una prova in macchina per raggiungere quella che dovrebbe essere la nuova sede di guardia medica a Palmoli.
E voi sapete che pochi minuti sono importanti per salvare una vita umana. Non vorremmo, come qualcuno va sostenendo che la scelta della chiusura della nostra guardia medica è stata determinata dall’autorevolezza politica di alcuni amministratori e politici. Se ciò fosse vero, siamo felici come Movimento Civico Insieme per Celenza sul Trigno di non aver nessuna tessere di partito in tasca e di non aver padrini politici.
La nostra autorevolezza la useremo per lottare contro quei politici e partiti che stanno saccheggiando il nostro territorio costringendolo all’isolamento, allo spopolamento, alla chiusura dei servizi costituzionalmente previsti, come sanità, scuole, poste, guardie mediche e trasporti.
Se qualcuno pensa che non appartenere a nessun schieramento politico vuol dire avere poco autorevolezza, si sbaglia di grosso perché insieme ai cittadini e liberi da condizionamenti, lotteremo per fare il bene comune dei nostri piccoli comuni, in tutte le sedi previste costituzionalmente.”

Intervista al sindaco Venosini a cura di Daniele Leone

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"LA REPUBBLICA ITALIANA TUTELA LA SALUTE COME FONDAMENTALE DIRITTO DELL’INDIVIDUO E INTERESSE DELLA COLLETTIVITA’ E GARANTASCE CURE GRATUITE”



Dopo la rimodulazione delle circoscrizioni del servizio di continuità assistenziale con la quale, nell’ambito del progetto di rientro del deficit sanitario abruzzese e nell’ottica della riduzione della spesa sanitaria, vengono soppresse alcuni servizi di Guardia Medica, “San Vito, Quadri, Palena, Carunchio, Cupello, Scerni e Celenza sul Trigno”, senza proporre un’altra strada, almeno si dia attuazione al DL Balduzzi, altrimenti, chi vorrebbe ancora vivere in questi luoghi?
Solo chi è profondamente legato dalle sue radici. Noi non troviamo giusto che coloro che hanno scelto di “abitare” in questi piccoli paesini, nonostante lo spopolamento e l'assenza di servizi, e che lottano per far sopravvivere questi luoghi meravigliosi contribuendo al PIL regionale, non abbiano gli stessi identici diritti di tutti gli altri cittadini Abruzzesi?
Continuando a penalizzare ulteriormente i piccoli comuni delle aree interne, si penalizza l’identità della Regione.
Questa scelta sarebbe stata diversa se compiuta contemporaneamente con l’attuazione della Riforma Balduzzi nei piccoli comuni, legge che prevede “l’assistenza H24 dei medici di famiglia”. Infatti il D.L., all’articolo 1 stabilisce che siano le Regioni a definire l’organizzazione dei servizi territoriali di assistenza primaria e a istituire poliambulatori con medici di base, pediatri e specialisti che, lavorando a turno, possano garantire un’assistenza h24, 7 giorni su 7, ai cittadini compresi quelli dei piccoli paesini del vastese, collegati, per via telematica, con gli ospedali.
E invece che fa il Direttore Generale della ASL Dott. Zavattaro insieme al Direttore Sanitario Dott. Budassi e al Governatore Chiodi?
Fa calare la scure dei tagli sul servizio delle guardie mediche nei piccoli comuni delle aree interne, senza coinvolgere i Sindaci e senza porsi la domanda: ”ma come faranno i cittadini i questi piccoli paesini?”
E’ semplice giustificarsi dicendo: “noi abbiamo applicato la norma prevista dagli accordi” che stabilisce che il “rapporto ottimale” per la presenza della guardia medica è fissata a una ogni 3.500 abitanti residenti nel territorio di competenza della ASL di riferimento. Dove sarebbe il risparmio per la ASL, visto che i medici tolti da queste guardie mediche dovranno essere comunque trasferiti in altri servizi e luoghi? Forse la ASL risparmierebbe sulla bolletta della luce, dell’acqua, della Tarsu, le pulizie, la manutenzione dell’edificio che ospita la guardia medica? Ma già alcune di queste spese sono a carico dei comuni e sappiamo che il sindaco di Celenza SUL Trigno ha proposto di farsi carico di tutte queste spese.
Cosa rispondono dalla ASL a questa proposta? Noi siamo sicuri che con la chiusura delle guardie mediche e la mancata attuazione del DL Balduzzi, nei piccoli comuni aumenteranno i costi del servizio sanitario, primo perché i medici delle guardie mediche saranno trasferiti e non licenziati, secondo perché i cittadini che vivono in questi paesi saranno costretti a rivolgersi al pronto soccorso, con un aumento delle prestazioni e dei costi, e tutti sappiamo che una prestazione in pronto soccorso costa di più di una semplice prestazione eseguita da un cittadino in guardia medica, terzo aumenteranno le richieste di intervento del 118.
Dunque, dove sarebbe questo risparmio? Al contrario questa scelta scellerata farà aumentare il divario tra la politica e i cittadini. Ci auguriamo che il Governatore. Chiodi ed il Manger Dott. Zavattaro abbiano il coraggio di venire a Celenza sul Trigno per dire ai cittadini che la loro salute da oggi in poi non può essere più garantita, per le logiche di bilancio. Dovranno spiegare come mai sono riusciti a trovare un milione di euro per la nuova Tac dell’ospedale di Chieti e non i fondi necessari a far sopravvivere le guardie mediche dei piccoli comuni.
Di fronte a questi comportamenti della politica come non pensare che forse i cittadini dei piccoli paesini del vastese sono cittadini di serie B per questa giunta di centro destra guidata dal Governatore Chiodi.
E pure questi cittadini pagano le tasse e contribuiscono al PIL regionale, come i cittadini di Pescara, Teramo e l’Aquila e Chieti, peccato che non abbiano gli stessi identici diritti.

Il Movimento Civico Insieme per Celenza s. T.

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