Presentazione



Lista civica "Insieme per Celenza s. T."



Questo blog nasce dalla volontà di condividere, in modo nuovo, le azioni che la lista civica "Insieme per Celenza" pone in essere nel dare attuazione al proprio mandato elettorale.



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martedì 30 agosto 2011

Patto di amicizia Celenza sul Trigno - Vernio


Lunedì 8 Agosto, alle ore 10.30, presso la sala consiliare del Comune di Celenza Sul Trigno è stato ufficializzato il Patto di amicizia fra la comunità di Celenza e quella di Vernio. Per l’occasione i Sindaci, Andrea Venosini di Celenza sul Trigno e Paolo Cecconi di Vernio, hanno firmato un “Patto di Amicizia” che  ricorda gli eventi dell’emigrazione degli anni sessanta e che vuole essere soprattutto l’unione tra le culture di due diverse comunità.
Il Patto di Amicizia diventa così l’espressione della volontà delle due amministrazioni di favorire la reciproca conoscenza, la condivisione di esperienze, lo scambio di buone prassi, la promozione di una cultura della solidarietà, l’adozione di iniziative culturali e sociali finalizzate a custodire e rinnovare la memoria collettiva di cosa fu e cosa determinò l’emigrazione per queste due comunità, nonché incentivare i rapporti tra le associazioni che costituiscono il tessuto civile dei due comuni.
Erano presenti all’evento le associazioni e tanti cittadini a testimoniare l’importanza del Patto fra due comunità “amiche” che hanno un legame che affonda le radici negli anni sessanta, quando numerose famiglie partirono da Celenza in cerca di lavoro a Vernio. Da allora, molti cittadini si sono stabiliti definitivamente nel comune di Vernio, conservando un legame forte con la propria comunità d’origine.
Chissà come sarebbe stata la vita e l’economia delle due comunità senza quel fenomeno dell’emigrazione degli anni sessanta? Quale grandioso interscambio di mestieri, esperienze professionali, ecc., si è realizzato attraverso quell’evento storico? E quanto l’emigrazione ha pesato nelle comunità, nella costruzione e definizione del dialetto, della cultura e dell’identità collettiva. A distanza di mezzo secolo, ancora oggi nella comunità di Vernio, tanto ospitale, vivono i nostri concittadini Celenzani, emigranti di ieri con i propri discendenti.
Per l’occasione il sindaco di Celenza Sul Trigno ha omaggiato l’amministrazione di Vernio con una gigantografia del patto intagliato su legno dalle mani sapienti di un artigiano locale (Falegnameria Di Nocco).
A margine della manifestazione, il Sindaco ci ha rilasciato questa dichiarazione: Come amministrazione da tempo stiamo lavorando per mettere in campo progetti validi che arrestino una nuova forma di emigrazione, diversa da quella degli anni sessanta e che interessa i giovani laureati.
Per arginare questa nuova emorragia migratoria, bisogna elaborare progetti lungimiranti, stringere un “patto con i nostri giovani”, con aiuti concreti e progetti validi. Ben presto, se riusciremo a concretizzare i progetti che come amministrazione abbiamo messo in cantiere, potremo aiutare le nuove generazioni. Questo è il nostro agire politico, vogliamo valorizzare le energie migliori e favorire tutte quelle condizione perché i giovani volenterosi possano darsi da fare nel proprio paese, proprio come stiamo facendo noi amministratori”.

Daniele Leone

© Insieme per Celenza s. T. (Riproduzione vietata)

Rendicontazione quarto anno di attività amministrativa


Venerdì 19 agosto, sotto un bel cielo azzurro e all’ombra dei maestosi pini della piazza del paese i cittadini di Celenza Sul Trigno hanno ascoltato per ben due ore il Sindaco Venosini che con toni pacati, ha illustrato ai suoi concittadini quanto realizzato dalla sua amministrazione nonostante le tante difficoltà, vedi i tagli delle ultime leggi finanziarie e la difficile situazione economico-finanziaria ereditata dalla precedente amministrazione.
Lungo l’elenco delle cose realizzate in questi quattro anni.

Il primo argomento sul quale il Sindaco vuole fare chiarezza è la scuola paritaria, gestita fino a giugno scorso dalle suore, dichiarando.
A settembre riaprirà, ma sarà statale. E’ stata una scelta condivisa e voluta dalla maggior parte dalle famiglie dei bambini, che non possono permettersi di pagare una retta di 80 euro al mese mentre la statale costa alle famiglie al massimo la metà. Purtroppo il problema dello spopolamento non fa che aggravare la situazione: meno bambini iscritti maggiore è la retta da pagare per le famiglie. E’ in questo scenario che si inserisce la scelta della mia amministrazione, in accordo con la maggior parte delle famiglie, di istituire la scuola materna pubblica che in quanto statale è tenuta a garantire il servizio, anche con pochissimi bambini.
Nessuno ha mai voluto sfrattare le “suore”. La storia delle nostre comunità è sempre stata segnata dalla presenza delle suore ma oggi questa vicinanza va rinnovata per aiutare il nostro piccolo paese di Celenza ad orientarsi in un contesto di cambiamenti epocali che rischiano di travolgerci per sempre (vedi l’ultima legge finanziaria) portandosi dietro la nostra identità.
A tal proposito voglio leggervi quello che poco tempo fa dichiarava il PD locale dalle pagine del Nuovo Molise,”…Celenza è uno dei paesi dell’entroterra che ancora mantiene livelli economici, sociali, demografici, degni di una comunità del terzo millennio…”. Mentre loro rilasciavano queste dichiarazione l’ ISTAT e il CRESA rilasciavano altri dati con previsione fino ai nostri giorni che raccontavano di un lento e inesorabile spopolamento che ha radici lontane. Il parroco, le suore, gli avvocati volontari e l’opposizione di Vasto devono comprendere che bisogna aprirsi verso un’innovazione solidale e lasciare agli amministratori la possibilità di mettere in atto misure politiche ed economiche, che migliorino le condizioni di vita dei cittadini residenti e ne favoriscano la permanenza nella comunità, nel tentativo di porre degli argini al problema dello spopolamento. L’opposizione locale e vastese deve comprendere che la situazione socio-culturale e i cambiamenti in atto nelle aree interne richiedono che si superi ogni atteggiamento di nostalgia o di mitizzazione di un mondo che nel frattempo è cambiato e continuerà a cambiare, sapendo accettare con intelligenza il nuovo che avanza. Tutti dobbiamo avere particolare cura e coraggio nel sostenere i cambiamenti. Non sono mai mancate in questi quattro anni da parte della nostra amministrazione parole di ringraziamento al nostro parroco e alle suore, anche se con evidenti cadute di stile, basti vedere come hanno messo a disposizione dell’opposizione locale e vastese la chiesa per fare una manifestazione politica contro la mia amministrazione. Un po’ ovunque, tendono a scomparire nei piccoli comuni delle aree interne scuole, asili, gli uffici postali, la caserma dei carabinieri, ecc.. Si tratta di fenomeni che devono farci preoccupare e che devono interessare tutti: cittadini, associazioni, l’opposizione e la Chiesa locale.
Ricordo soprattutto all’opposizione locale che è stata approvata la legge finanziaria, con tagli pesantissimi alle famiglie e all’istruzione. Ma forse il PD di Celenza o meglio quello che rimane del PD locale, un gruppo di ex democristiani, è distratta dall’ ”apertura della campagna elettorale”.
Una finanziaria di oltre 80 milioni di euro di tagli previsti per il 2011/12 con ricadute negative anche negli anni 2013/14, i tagli avranno effetti devastanti per i piccoli comuni e soprattutto per servizi essenziali come la scuola. A noi poveri sindaci toccherà lottare tutti i giorni per garantire i servizi essenziali. In questi anni noi Amministratori di Maggioranza abbiamo letto e analizzato tutti i dati pervenuti dall’ISTAT e dal CRESA, non abbiamo oziato, abbiamo lavorato giorno e notte, ci siamo confrontati e abbiamo interpretato gli scenari futuri del nostro paese.
Nel nostro paese dal 2000, dicono i dati, i cittadini sono in netta diminuzione e sarà cosi anche negli anni avvenire, l’esodo verso le città della costa, non si è mai arrestato basta vedere la residenza degli oppositori e degli avvocati volontari alla mia amministrazione. E in questo contesto di trasformazione demografica del nostro territorio che l’amministrazione da me guidata ha messo in campo progetti e risposte concrete a questi problemi, i cui benefici li vedremo fra qualche anno. La scelta della scuola materna pubblica va letta e inserita in questo scenario appena descritto ed è uno dei pilastri fondamentali su cui poggiare una solida costruzione.
L’amministrazione con la scelta della scuola materna pubblica garantirà a tutta la comunità la presenza di un’istituzione, che resterà nel tempo, anche se dovesse continuare il trend negativo delle nascite. Inoltre a partire dall’anno 2011/12, a tutti i bambini che frequenteranno la scuola materna pubblica sarà garantita una riduzione della retta scolastica. Inoltre, ricordo ai miei concittadini e alle opposizioni che sicuramente sono sempre bene informati dai miei ex capogruppi che come Sindaco ho chiesto ufficialmente alle Suore di continuare a svolgere la loro missione per la nostra comunità. Abbiamo offerto logistica, finanziamenti e tutto ciò che serve. Aspettiamo ancora una risposta, speravo di sentirla dal balcone tanto famoso e caro alla vecchia Democrazia Cristiana.

Secondo punto della rendicontazione trattato dal Sindaco, gli usi civici.
“Il 70% dei terreni era da legittimare”, rimarca Venosini. Su Nuovo Molise dell’ 11 - gennaio- 2006 leggiamo: …” E’ già tutto pronto sul tavolo del tecnico comunale di Celenza. Mappe catastali, relazione tecnica, elenchi, con i nominativi dei possidenti che devono pagare. Forse gli avvisi di pagamento non sono stati mandati per non rovinare il Santo Natale ai Celenzani. Ma probabilmente non sarà così per le festività della Santa Pasqua. Per il momento tutto tace. E’ tutto segreto. Il Sindaco e i consiglieri comunali non si sbottonano. Forse temono la reazione del popolo? …L’errore, comunque è già stato commesso con la delibera di Giunta municipale n. 31 del 13 marzo 2001. Anche perché il Consiglio comunale non è stato a suo tempo informato. Con questa delibera la giunta ha dato l’incarico a dei tecnici per fare ricerche intorno agli usi civici che gravavano sui terreni del Comune di Celenza Sul Trigno. Le ricerche sono state svolte presso gli archivi di Napoli, L’Aquila, Chieti e anche di Celenza. Il Comune di Celenza Sul Trigno si è voluto distinguere, porsi come primo della classe. Ha, infatti, preso la decisione di far pagare questa nuova tassa ai cittadini…”.
Sempre su Nuovo Molise del 19 Febbraio 2006 leggiamo: ”…il Comune ha impellente bisogno di denaro…noi invitiamo il Consiglio a mordere il freno, a pazientare. In Parlamento, fra l’altro è ancora in itinere il disegno di legge n. 1131 relativo alla privatizzazione degli usi civici. E vi sono anche altre iniziative legislative in materia….”.
Venosini dichiara: “La mia amministrazione in materia di usi civici ha fatto il “bene dei miei concittadini", applicando il massimo degli sconti previsti dalla legge. Abbiamo pensato unicamente ai loro sacrifici al sudore versato all’estero per comprarsi un pezzo di terra o chi come la mia famiglia ha versato sudore lavorando per anni le terre degli altri, abbiamo ridotto le iniquità e le ingiustizie. Il nostro sforzo nella gestione degli usi civici è stato contraddistinto da una politica fatta di giustizia, equità e solidarietà. Posso affermare, senza paura di essere smentito, che stiamo amministrando Celenza con attenzione e passione, ma soprattutto guardando al futuro delle giovani generazioni. Questo è il motivo per il quale abbiamo deciso di scendere in campo quattro anni fa, per dare oggi, un futuro al nostro paese affinché non debba continuare a vivere “alla giornata”.
Solo chi è dotato di una visione lungimirante può capire e approvare le nostre scelte. Purtroppo dobbiamo registrare che in questi anni siamo stati oggetto di attacchi e insulti da parte di un gruppo di vecchi politicanti alcuni di loro sono come Ibrahimovic famoso giocatore che ha indossato in pochi anni la maglia della Juve, dell’Inter, del Barcellona, del Milan. Insomma all’occorrenza cambiano casacca.
Oggi sono tante le persone che si sono strette intorno a noi in questa piazza manifestandoci solidarietà e stima e noi le ringraziamo.

Il Terzo punto della relazione è stato la raccolta deferenziata.
Con l’ottimo risultato ottenuto dalla nostra amministrazione, esordisce il Sindaco Venosini oltre il 50%, circa, si premia l’efficienza del nostro sistema, la qualità del servizio, la sostenibilità ambientale, e un regime tariffario/tasse per i cittadini fra le più basse rispetto a molti Comuni della Regione. Ciò non è assolutamente da sottovalutare, infatti, per mantenere prezzi a mq così contenuti sono state poste in essere azioni lungimiranti per il bene e nell’interesse della comunità. Ricordo solo due numeri: nel periodo 2004 - 2006 il comune di Celenza Sul Trigno, sotto l’amministrazione Cieri, riciclava il 10,40% e il 14,50%. Oggi il comune raggiunge percentuali che vanno oltre il 50% e risparmia sui costi di smaltimento. E’ migliorata la qualità ambientale, abbiamo un servizio migliore e più organizzato e il cittadino in tutto questo paga lo stesso ed è addirittura incentivato a ridurre la quantità di rifiuti da avviare a discarica. E’ vero quando affermato dal consigliere del PD locale, Petrella, dal balcone storico della vecchia Democrazia Cristiana, anche loro raccoglievano gli ingombranti, solo che li stoccavano nel sito in località Difesa che la Regione Abruzzo ha inserito nell’anagrafe delle discariche contaminate ad alto indice di pericolosità, infatti, nella Provincia di Chieti il sito posto in località Difesa è ai primi posti con il 96,55% di indice di pericolosità.
Forse il consigliere Petrella si è confuso, quel 96,55% non si riferisce alla raccolta differenziata della giunta dell’ex Sindaco Cieri ma all’alta percentuale di contaminazione del sito da bonificare.
Per far capire ai concittadini e alle opposizioni locali cosa significa il 50-60-70% voglio riportare un dato: durante la precedente amministrazione, il nostro Comune produceva mensilmente in media 20.000-22.000 kg di rifiuti indifferenziati. Oggi, con la mia amministrazione se ne producono solo 7.000! Ovvero 2/3 in meno! E questo accade in una fase in cui sono state aggiornate le tariffe del Consorzio che vuol dire per il comune e per i cittadini di Celenza sul Trigno, un risparmio mensile pari a circa € 1.500,00 per un risparmio annuo per il comune di € 18.000 rispetto alla gestione della precedente Amministrazione. A questo bisogna aggiungere i minori costi di smaltimento del compostaggio domestico praticato dalle famiglie più numerose. Tutto questo materiale organico non viene avviato a discarica, ma bensì riutilizzato per la produzione di compost.
La nostra Amministrazione con questo nuovo modello messo in campo ha portato il Comune di Celenza ad essere uno dei Comuni più virtuosi e Ricicloni della Regione, inoltre possiamo vantare di avere un regime tariffario/tasse per i cittadini fra le più basse rispetto a molti Comuni della Regione. Penso che i cittadini possano essere fieri di questo meraviglio risultato che è soprattutto un loro merito.

Quarto punto trattato dal Sindaco Venosini è la politica e i cambiamenti in materia dei consumi energetici in atto a Celenza sul Trigno.
“Come si sa l’energia consumata nel nostro paese per gli edifici pubblici è una delle voci di maggior costo per l’amministrazione comunale. Abbiamo istallato sui tetti di tutti gli edifici pubblici, cimitero compreso, impianti a pannelli fotovoltaici. Abbiamo già iniziato ad installare pannelli fotovoltaici sulla scuola e presto questo interesserà tutti gli edifici comunali. Ricorderete le critiche feroci dell’opposizione sulla sostituzione delle normali lampadine del cimitero con le lampadine a Led, bene questa è la dimostrazione che le nostre opposizioni non sanno leggere il futuro, infatti, quella scelta oggi si è rilevata strategica: abbiamo posto alcuni anni fa le basi per un concreto risparmio energetico. Abbiamo capito che il nostro comune, così come le pubbliche amministrazioni, sono le più grandi consumatrici di energia elettrica e le maggiori produttrici di sprechi. Grazie all’impegno della nostra amministrazione oggi sappiamo che, con opportuni provvedimenti di ammodernamento otterremo un concreto risparmio energetico, e l’amministrazione comunale di Celenza Sul Trigno, nel 2012 non pagherà le bollette energetica con un notevole risparmio per le casse comunali e dei cittadini. Non vogliamo anticipare nulla ma al momento c’è allo studio la possibilità che anche i cittadini di Celenza Sul Trigno con questa operazione possano trarre benefici economici. Nei prossimi mesi ne informeremo la cittadinanza.
Amministrare la cosa pubblica oggi vuol dire fare il bene del paese ed è questo il senso che ci ha guidati in questi anni di cammino”.

Ora si comprende perché il Sindaco e i suoi amministratori rifiutano le polemiche e le chiacchiere e non usano mai toni aggressivi. Preferiscono starsene in paese fra la gente e lavorare in silenzio. Amano il loro paese e quando hanno scelto di amministrare la cosa pubblica lo hanno fatto pensando ai loro concittadini. Il Sindaco ha anche ricordato come in questi quattro anni Celenza ha avuto le sue feste, manifestazioni, sagre, concerti eventi come la rassegna cinematografica dei cortometraggi, Tractorius, il Gemellaggio, il patto di amicizia, segno di una vitalità ritrovata di una voglia di partecipazione.
“Solo quest’estate - dichiara il Sindaco - grazie all’impegno di tutti abbiamo avuto oltre 16 giorni di feste.” Continua l’illustrazione del Sindaco Venosini nel raccontare ai concittadini l’impegno dell’amministrazione per le opere pubbliche. L’elenco comprende la frana sulla strada provinciale, la ristrutturazione del centro polivalente località San Rocco, la ristrutturazione campo sportivo, la costruzione punto informativo, la ristrutturazione del corso e delle strade comunali, ecc..
Insomma neanche un centesimo viene sprecato in investimenti senza senso. L’amministrazione inoltre ha provveduto ad accatastare strutture di proprietà del comune che le precedenti amministrazioni non hanno mai provveduto a fare. Il sindaco avviandosi alla conclusione ha dichiarato “Noi abbiamo la responsabilità di lasciare non solo i bilanci in ordine, ma soprattutto di mettere in campo progetti validi che possono arrestare lo spopolamento in maniera tale che chi governerà questa comunità nei prossimi anni avrà meno problemi da risolvere occupandosi di sviluppo e soluzione di altri problemi”.
Il primo cittadino ha poi invitato tutti a fare attenzione perché nell’ombra si nasconderebbe qualcuno che sta lavorando perché il paese rimanga diviso, spaccato, lacerato, e si dice pronto in qualsivoglia dibattito pubblico e con carte in mano a confrontarsi su questi e altri temi importanti. Altri argomenti affrontati sono stati quelli relativi all’informatizzazione dell’ente e trasparenza amministrativa, alla struttura organica ed organizzativa dell’ente comunale, all’adesione all’unione dei comuni.
Per quanto riguarda quest’ultimo punto il Sindaco Venosini riconosce la capacità della sua amministrazione di aver compreso da molto tempo che per progettare il futuro bisogna consorziarsi mettere insieme una serie di funzioni amministrativi lasciando intatte le singole identità territoriali.
Il comune di Celenza aderendo all’unione dei comuni ha dato e ricevuto numerosi servizi, tra cui anche quello dei vigili urbani e non solo.
“Noi amministratori non possiamo continuare, individualmente a richiedere ed ottenere finanziamenti ci vuole una strategia comune e condivisa ciò che da tempo con i comuni limitrofi stiamo portando avanti. Forse è giunto il momento che l’opposizione locale, non quella che abita a Vasto, si svegli e ci dia una mano ad amministrare il nostro paese. Sono convito che il non fare nulla non paga e che quindi bisogna avere il coraggio di prendere iniziative e, se necessario, rompere anche con i vecchi schemi anche se ciò significa intralciare il passo a qualcuno. Come amministratore devo provvedere adesso a compiere le giuste mosse per risolvere problemi che con il passare del tempo saranno sempre più evidenti e pressanti. Il fatto che tra pochi mesi torneremo alle urne non può distogliermi dai miei doveri di Sindaco di questo paese perché, lo ripeto non fare nulla non paga”.

Riepilogo a cura di Daniele Leone

© Insieme per Celenza s. T. (Riproduzione vietata)

lunedì 22 agosto 2011

Dopo tante parole, spero che tutto si ricomponga nel cuore della gente.


La tentazione è quella di lasciare una pagina bianca in modo che siano la fantasia e i sentimenti di ciascun lettore a riempirla e a farla diventare parola, per i giorni che seguono. In questi quattro anni la giunta Venosini ha cercato di far comprendere, soprattutto alle giovani generazioni come la politica sia l’arte di Amministrare la cosa pubblica e che se ogni cittadino, in quanto depositario di diritti e doveri costituzionalmente garantiti, si impegna in politica nella comunità, deve saper dimostrare rispetto, gratitudine, solidarietà verso gli altri, anche se hanno opinioni diverse dalle sue.
Bisogna ricordarsi che l’agire politico rientra a pieno titolo nella testimonianza della carità.
“La politica è la forma più alta ed esigente della carità”, dono di sé per l’altro, per la comunità. Non è ammissibile che all’interno di una comunità vi siano persone che coltivano rancore, che offendono, che cercano lo scontro e negano il saluto ai loro fratelli che hanno il solo torto di coltivare idee diverse dalle proprie. Ma la cosa più grave è quando lo fanno in difesa di certi valori religiosi, cristiani, che però hanno ben poco di cristiano dal momento che celano un attaccamento esasperato ai beni materiali ai quali non si vuole assolutamente rinunciare a dispetto di quanto insegnava San Francesco quando si spogliò delle proprie ricchezze per donare tutto ai bisognosi.
Nulla di cristiano e di “francescano” vi è nell’inviare ingiurie e maledizioni nei confronti di chi spende la propria vita, sacrificando il proprio tempo e i propri affetti nel difficile compito di amministrare un paese, pensando solo ed esclusivamente al bene della comunità. E nulla di cristiano vi è nel pronunciare contro una persona che ti passa accanto salutandoti, frasi quali: “Come ti permetti di salutare !” oppure ”Cosa ci venite a fare qui, andatevene via”, solo perché non accetta di uniformarsi e adeguarsi.
In tutto questo non c’è nulla di cristiano, ma c’è tanto, tantissimo di quel vecchio modo di fare politica e di amministrare, fatto di scambi di favori.
Che non sia anche questa esagerata difesa delle suore un rendere antichi favori?
E’ grave che non si abbia rispetto per un sindaco che non accetta di essere un “fantoccio” nelle mani di altri.
A questo punto però è un obbligo per il sindaco continuare a lavorare per questa strada sapendo che c’è tempo per far comprendere ai suoi concittadini che tutto quello che Dio ha costruito e ci ha fatto toccare con mano, dobbiamo custodirlo e donarlo alle future generazioni, migliore di come lo abbiamo ereditato.
Il sindaco, nel comizio di rendicontazione ha voluto ricordare: “Quando si viene chiamati dal Nostro Pastore, il Vescovo o dalla Superiora della Congregazione ad un nuovo incarico, per il bene della Chiesa e in obbedienza al voto si deve accettare la nuova avventura senza tremore e paura, confidando nella preghiera”.
Siamo tutti sulla barca in cui Gesù, tranquillo e dormiente a poppa, misura la nostra fede e il nostro coraggio nell’attraversare anche ciò che è impegnativo, che crea ansia e che può fare paura. Questo vale anche per il sindaco, la Chiesa locale e la comunità di credenti. Non dimentichiamo che nell’essere prete, suora, sta la dimensione dell’essere nomade. Dio, rivelandosi ad Abramo gli ha ordinato di lasciare la propria terra, i propri affetti e “andare” ed Abramo ha obbedito. La terra promessa non la designa l’uomo ma è sempre il luogo in cui Dio pone la sua dimora e riempie l'uomo di nuove fecondità.
Ritorniamo all’impegno politico, oltre al rispetto per gli altri, esso esige specifiche competenze, capacità di analisi e condivisione, nella piena consapevolezza che in politica non s’improvvisa e bisogna avere sempre il coraggio di compiere scelte ben ponderate, anche se invise e sempre orientate alla ricerca del bene comune.
Il politico non deve limitare il suo sguardo d’azione al presente, ma deve saper guardare al futuro e se la democrazia è partecipazione, coscienza civile, libertà, spetta a tutti e soprattutto a voi giovani che rappresentate la forza nuova della comunità , recuperare il senso civile della politica.

Il Movimento Insieme per Celenza s.T.

© Insieme per Celenza s. T. (Riproduzione vietata)

Le rette non bastano!!



Sarà la crisi, presente o ventilata saranno le difficoltà economiche in cui versa la scuola paritaria italiana, sarà la crisi delle vocazioni religiose ma scuole paritarie come quella di Vasto gestita dalle Suore Figlie della Croce rischiano di chiudere. E non si vede una schiarita all’orizzonte, infatti, il prossimo triennio si apre tra mille incertezze per le scuole paritarie. Un dato è certo: le rette pagate dalle famiglie dei bambini della scuola paritaria non sono quasi mai sufficienti a coprire i costi. E le scuole paritarie di ogni ordine e grado che chiudono, lo fanno sempre per mancanza di serenità finanziaria, o per mancanza di figure religiose, dovuta alla crisi delle vocazioni. Per raggiungere una certa parità tra entrate e uscite, spiegano illustri esperti del settore, bisognerebbe portare avanti, negli anni, classi con almeno 20-22 bambini o studenti. Ma nei piccoli paesi i dati confermano un trend negativo sulle nascite e di conseguenza un numero ridotto di bambini nelle varie classi. La questione è delicata perché sappiamo benissimo che le rette che sono richieste al momento sono elevate, in quanto la riduzione del numero dei bambini comporta un aumento della retta scolastica per ciascun bambino.
La strada che si dovrebbe percorrere è di agevolare le famiglie che iscrivono i figli alle scuole paritarie, garantendo riduzioni. Così non sarà negli anni futuri. Infatti, l’ultima finanziaria approvata taglia quasi tutte le agevolazione alle famiglie e all’istruzione aumentandone le difficoltà.
Nessun Presidente di Regione o uomo politico, può oggi offrire un aiuto alle famiglie per pagare le rette elevate. Dal mio punto di vista la scelta dell’amministrazione Venosini di riconvertire la scuola paritaria di Celenza in scuola pubblica è stata dettata dalla consapevolezza che, in un momento di crisi finanziaria un bravo amministratore non può lasciare sulle spalle delle famiglie costi elevati da affrontare per l’istruzione dei propri figli.
Il Sindaco Venosini ha compreso prima di altri che le future difficoltà economiche e la riduzione del numero degli iscritti avrà conseguenze irrimediabili per la scuola paritaria. Si è guardato attorno e ha proposto alla comunità un’ancora di salvataggio, l’istituzione della scuola materna pubblica dove la retta mensile che una famiglia deve pagare per il proprio figlio è inferiore a quella richiesta dalla paritaria.
Purtroppo, al momento a Celenza Sul Trigno non esiste un’opposizione abbastanza lungimirante da capire e prevenire i problemi futuri della comunità o che si impegni nel cercare e proporre alternative valide per continuare ad assicurare la presenza futura, nel paese, del servizio di scuola materna, indipendentemente se paritaria o pubblica. Piuttosto che raccontare ai cittadini favole su come il Sindaco voglia mandare via le Suore dal paese, sarebbe opportuno che l’opposizione a Celenza spiegasse alla cittadinanza la realtà in cui versano le scuole paritarie in tutta Italia. Anche la prestigiosa e antica scuola paritaria delle Figlie della Croce di Vasto, con oltre 200 bambini non riesce a far partire quest’anno la prima classe e rischia di chiudere per sempre, non certo per un capriccio del Sindaco o della politica ma per i problemi finanziari di cui stiamo parlando e a causa della crisi delle vocazioni. La stessa situazione si vive in numerosi altri paesini d’Italia.

© Insieme per Celenza s. T. (Riproduzione vietata)

Il calcio per sognare, il calcio come arte e bellezza.



Il calcio per sognare, il calcio come arte e bellezza. Il calcio come linguaggio comune, modo per ritrovarsi. Il calcio, figlio del popolo, che non deve cedere alle lusinghe di chi vuole trasformarlo in strumento politico o per produrre altro. Così si uccide la fantasia e l'innocenza.
Abbiamo chiesto al Sindaco, Dottor Venosini, un parere sull’attuale momento calcistico nella sua comunità.

Sono un tifoso dell’Astri Celenza Calcio e come tanti giovani compaesani avrei voluto essere un calciatore e vestire i mitici colori del Celenza Calcio, ma non tutti sono portati per esserlo. Abbiamo recentemente investito fondi per la ristrutturazione e messa in sicurezza dell’impianto calcistico, e degli spogliatoi. Ci siamo fatti carico della bolletta del metano e della luce. Stiamo valutando di aumentare i contributi economici all’associazione sportiva Astri Celenza, cercando di mantenere il nostro equilibrio con tutte le altre associazioni presenti nel nostro comune.
Stiamo cercando di sensibilizzare più persone possibili affinché diano un contribuito per mantenere vivo il calcio nella nostra comunità.

Sindaco abbiamo avuto la percezione che Lei sia stato tirato per la giacca in un ambito in cui la politica deve rimanere fuori, anzi lontano.
Il calcio, deve rimanere sentimento, passione, amore sportivo, deve rimanere spettacolo dove puoi ammirare un dribbling, un gol, un gesto estetico dei bravi calciatori dell’Astri Celenza. L’uso distorto che si volesse fare del calcio in questo momento rischierebbe di invalidare la forza magica, la bellezza e le emozioni, che devono continuare a prevalere, sui campi da gioco.
Perché il calcio è come l’arte, se ben praticato, è forza di una comunità. Ricordo che i politici passano, passeranno sempre! Ma un gol dei nostri bravissimi calciatori dell’Astri Celenza, che quest’anno hanno troneggiato su tutti i campi di calcio è un momento eterno, che rimarrà nei nostri cuori e nei nostri racconti per le future generazioni. Il calcio, deve rimanere lontano dalle polemiche, dalla politica, non può divenire simbolo della disputa o mezzo per esprimere le idee altrui.
Il calcio deve rimanere un fenomeno culturale e sociale. Ricordiamoci come nella storia del calcio, mano a mano che esso è divenuto ostaggio di altre logiche, si sia persa la bellezza che nasce dall'allegria di giocare per giocare. Non facciamo gli errori che altre società sportive, non lontano dal nostro paese hanno commesso, trasformando il calcio in uno spettacolo con molti protagonisti e pochi spettatori.
Il calcio a Celenza, grazie all’impegno del suo presidente, del gruppo dirigente, dei giocatori e di tutti gli sportivi è ancora uno sport da guardare, uno spettacolo.
Là dove il calcio si è trasformato, ha perso quella capacità di aggregazione sociale della comunità. Il calcio, lo abbiamo ammirato durante tutto il recente campionato sui campi di gioco dove i nostri giocatori, con la faccia sporca di sudore e fango giocavano con allegria, sacrificio, spirito di gruppo, per il puro piacere del corpo che si lancia contro l'avventura.
Per quanto qualcuno tenti di strumentalizzarlo, il calcio nella nostra comunità deve continuare a essere l'arte dell'imprevisto.
Dove quando meno te l'aspetti salta fuori l'impossibile.

Intervista a cura di Daniele Leone

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giovedì 4 agosto 2011

Monumento all'emigrante






Sindaco Venosini, un commento al monumento dedicato agli emigrati Celenzani nel mondo, che verrà inaugurato il 5 agosto.
Il monumento vuole essere un omaggio al lavoro e al sacrificio umano, una manifestazione di stima per tutti i nostri emigrati e anche la dimostrazione dell’impegno da parte di tutte le amministrazioni che si sono susseguite negli anni nei confronti delle nostre comunità di Celenzani che vivono nelle diverse parti del mondo. Un monumento a quei valori forti come la “pietra” e che i nostri concittadini, attraverso la vicenda dell’emigrazione, hanno saputo trasmettere ai loro figli. La “pietra” dura come il sacrificio dei tanti concittadini Celenzani che sono in terre lontane, forte come l’attaccamento alle nostre tradizioni e alle nostre radici. Un omaggio al lavoro e al sacrificio cui sono andati incontro gli emigrati Celenzani in tutti i tempi e in diverse parti del mondo.

Dott. Carlo Ottaviano, come nasce questa idea del monumento?
Il tema dell’emigrazione del mio paese mi ha sempre colpito e coinvolto sentimentalmente. Il monumento vuole essere un omaggio all’emigrazione di ieri e all’emigrazione di oggi. Cambiano i volti, i nomi e le voci dei protagonisti, ma rimane il fardello, il coraggio che gli emigranti portano con sé ovunque vadano. Nel cuore delle tante famiglie Celenzane emigrate vi è la volontà di inserirsi in nuovi tessuti sociali senza dimenticare le proprie origini, il desiderio di conoscere e di essereconosciuti.

Il monumento è stato voluto dalla Pro Loco Coelentia, abbiamo chiesto al Presidente un suo commento.
Il monumento è stato realizzato grazie all’impegno dell’amministrazione e non è mancato il contributo della protezione civile e di tanti cittadini che ringrazio. Abbiamo scelto la pietra proveniente dal nostro territorio. Descrive bene la durezza dei nostri concittadini emigrati nelle diverse parti del mondo. Questo monumento è un dono, un segno di gratitudine verso tutti i concittadini emigrati che hanno esportato solidi principi, tipici della nostra terra nelle nuove patrie. Il monumento è altresì testimonianza per le future generazioni perché ricordino e abbiano sempre presente la durezza del sacrificio dei nostri concittadini emigrati.

Intervista a cura di Daniele Leone

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