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Lista civica "Insieme per Celenza s. T."



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lunedì 4 febbraio 2013

Possibili soluzioni!

 

Nell’ultimo ventennio gli utenti del sistema sanitario nelle zone di montagna sono cambiati, oggi ci sono più anziani, molti dei quali con  malattie croniche, e questo accade mentre gli ospedali delle aree interne vengono chiusi e con essi anche le guardie mediche e quando un cittadino di queste aree necessità di cure, il sistema territoriale si mostra inadeguato.

Abbiamo chiesto al Sindaco Venosini, le possibili soluzioni, in grado di dare risposte certe ai cittadini di queste aree.
La panacea ai problemi della sanità nelle nostre aree interne - afferma Venosini - non è la chiusura degli ospedali e delle guardie mediche, a mio avviso si devono trasformare i piccoli ospedali in poliambulatori specialistici e in residenze per anziani. Questo perché, nelle aree interne, la popolazione invecchia ed il quadro epidemiologico mostra un aumento delle malattie croniche. Per questo motivo, prima di tagliare i servizi, forse sarebbe il caso di promuovere nelle nostre are di montagna nuovi modelli di assistenza e cure.
Se non affronteremo il problema nella sua complessità, rischieremo di trovarci tra qualche anno con ospedali e guardie mediche chiuse da una parte e con un aumento dei costi della sanità dall’altra, a causa dall’assenza dei servizi che costringeranno i cittadini a rivolgersi agli ospedale. Oggi i dati ci dicono che nei prossimi anni aumenteranno le patologie croniche, ovviamente questa incidenza crescerà con il crescere dell’età.

Sindaco dunque  è sbagliato tagliare i servizi nelle aree interne quando poi nei prossimi anni ci troveremo con un aumento degli anziani e delle cronicità che per ricevere le cure appropriate in assenza di servizi sul territorio dovranno  rivolgersi ai pronto soccorso  degli ospedali.
Dobbiamo evitare che vengano chiusi i servizi nelle aree interne perché il risparmio che da ciò si otterrà sarà solo di breve durata. Già nei prossimi anni, senza servizi sanitari nelle nostre aree aumenteranno i ricoveri negli ospedali per patologie croniche e ciò comporterà un aumento dei costi della sanità. Dunque risparmiare oggi cento per pagarne mille domani è sbagliato. Noi dobbiamo lavorare per avere nel territorio un sistema sanitario in grado di intercettare tempestivamente una patologia e di curare le malattie croniche a domicilio attraverso una rete di servizi sul territorio. Ma ahimè, se continuiamo a tagliare i servizi nelle aree interne, per di più oggi l’accesso ai servizi ambulatoriali della nostra ASL sono una nota dolente ( tutti conosciamo i tempi lunghi delle liste d’attesa), mi dite come si fa ad intercettare una patologia?
È evidente che possiamo evitare l’uso improprio degli ospedali, solo attraverso i servizi ambulatoriali sul territorio e un’interdipendenza organizzativa tra i diversi attori del sistema sanitario che agiscono su quel paziente: medico di medicina generale, guardia medica, infermiere sul territorio, servizi ambulatoriali e servizi diagnostici. Tutti questi attori interverranno con modalità diverse, evitando che il paziente si rivolga in modo improprio al pronto soccorso dell’ospedale.
Ma se si tagliano i servizi dei paesini delle aree interne come si può ottenere questa interdipendenza, da qualche parte il cittadino dovrà recarsi, e inevitabilmente andrà in ospedale, con un aumento della spesa.

Sindaco, la geografia dei servizi sul territorio, ci dice che i servizi in queste aree oggi sono carenti e lo saranno ancora di più dopo la chiusura delle guardi mediche. I tagli previsti, oggi fanno a botte con le spese del Sistema Sanitario nei prossimi anni.
Oggi il nostro Sistema Sanitario è davanti a un bivio importante: continuare a fare tagli, costringendo i nostri anziani, malati cronici e cittadini a rivolgersi agli ospedali per ricevere le cure oppure trasformare seriamente il sistema sanitario territoriale rendendolo più adeguato ai bisogni dei cittadini? Secondo noi bisogna percorrere quest’ultima strada sedersi ad un tavolo coinvolgendo amministratori locali, sindacati di medici ecc. e ragionare su alcune strategie. Visto che la popolazione secondo gli scenari futuri sarà costituita da persone anziane con patologie croniche, si potrebbe trasformare i posti letto che vengono chiusi nei piccoli ospedali in poliambulatori specialistici che lavorano dal lunedì al sabato, dove si fa solo specialistica ambulatoriale, anche in regime intramoenia. Infatti, oggi l’accesso ai servizi ambulatoriali della nostra ASL è una nota dolente per i cittadini che per effettuare una visita specialistica o un ecografia impiegano mesi, e sono costretti poi a recarsi in strutture private.
Oggi solo la metà delle visite specialistiche vengono fatte in regime pubblico, l’altra metà nel privato. Una seconda strategia potrebbe essere quella di aumentare i posti letto RSA nei paesini delle aree interne, questo non solo creerebbe occupazione ma arresterebbe lo spopolamento, inoltre eviterebbe l’affollamento dei reparti di medicina e geriatria degli ospedali, che aumenterebbe notevolmente i costi della sanità. Altro che tagli, qui se non si investe nella sanità sul territorio tra qualche anno assisteremo al dissolvimento del nostro Sistema Sanitario regionale e allora sarà difficile porre rimedi.

Intervista al sindaco Venosini a cura di Daniele Leone


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