Presentazione



Lista civica "Insieme per Celenza s. T."



Questo blog nasce dalla volontà di condividere, in modo nuovo, le azioni che la lista civica "Insieme per Celenza" pone in essere nel dare attuazione al proprio mandato elettorale.



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lunedì 9 dicembre 2013

Tares e Tarsu!






In questi giorni si è completata la consegna degli avvisi di pagamento del nuovo modello TARES ai contribuenti di Celenza.
Questa intervista al Sindaco Venosini è finalizzata ad estendere a tutti i cittadini maggiori informazioni rispetto a quelle già fornite evitando inutili, polemiche e poco giornalistiche interpretazioni.

Sindaco ci spieghi il nuovo modello TARES e gli incrementi rispetto al vecchio modello TARSU?
Partiamo dagli incrementi del nuovo modello TARES – inizia Venosini - essi derivano dalla legge dello Stato, una legge che elimina i margini di manovra per i comuni, cosa che invece esisteva con il vecchio modello TARSU.
Abbiamo provveduto a mandare nel corso del 2013 due bollettini di acconto, calcolati secondo il vecchio modello TARSU, ed un bollettino di saldo, calcolato secondo il nuovo modello TARES, che contiene la quota aggiuntiva da destinare sia alla Provincia di Chieti sia allo Stato per il 2013.
Con tutti i vincoli previsti dal nuovo modello TARES come amministrazione abbiamo applicato i valori minimi.
Il nuovo modello TARES prevede che una volta stabiliti i mq del fabbricato, dato acquisito dal catasto e quindi secondo le dichiarazioni fatte dai proprietari, ed il numero dei componenti della famiglia, dato acquisito dalla banca dati anagrafica, la tariffa risulta calcolata automaticamente.
Con il vecchio modello TARSU il numero di occupanti non si considerava ai fini del calcolo della tariffa.
Nonostante il nuovo modello TARES, come amministrazione, abbiamo voluto mantenere comunque degli sgravi, nell’ottica del processo di riduzione dei rifiuti, attraverso uno sconto del 15% sul compostaggio domestico come già applicato con il vecchio modello TARSU.
Discorso a parte per le attività commerciali. La legge dello Stato non tiene conto dell’ubicazione geografica delle attività commerciali bensì si rifà al certificato della Camera di Commercio ed a quella che è l'attività esclusiva o prevalente ivi indicata, determinando quindi la collocazione in una delle trenta categorie previste dallo Stato. La tariffa quindi ne deriva automaticamente.
Come amministrazione siamo intervenuti anche qui, applicando i valori minimi, nei margini che la legge ci ha concesso.

Il nuovo modello TARES è una tassa odiosa che colpisce soprattutto i cittadini dei piccoli comuni, già penalizzati dai tagli ai servizi?
Gli effetti delle tasse dello Stato e dei tagli ai servizi nelle nostre aree sta producendo malumori e allontana la gente dalle istituzioni. Con il vecchio modello TARSU avevamo ampi margini di azione e, grazie alla differenziata, potevamo far pagare ai cittadini una tassa sui rifiuti tra le più basse d’Italia.
Oggi con il nuovo modello TARES, il costo non è più compartecipato dai comuni ma è a totale carico dei cittadini. Questo è il motivo degli incrementi dovuti al nuovo modello TARES.
Nel 2012, nel nostro comune, circa il 30% della tariffa del vecchio modello TARSU era a carico del comune ed il restante 70% a carico dei cittadini. Con il nuovo modello TARES, i comuni non possono più cofinanziare, la legge dello Stato impone che siano i cittadini a dover pagare il 100% della stessa. E non è finita, l’importo complessivo del nuovo modello TARES comprende, per il 2013, una quota a favore della Provincia di Chieti (passata da circa l’1% al 5%) ed una quota a favore dello Stato (€ 0,30 a mq).

Qualcuno sostiene che ci sono aumenti differenti nei diversi comuni?
Non è cosi – risponde Venosini - bisogna analizzare alcune variabili tra cui il costo del servizio. Con il nuovo modello TARES si impone a tutti i comuni che il 100% della tassa debba essere interamente a carico dei cittadini. Come amministrazione abbiamo effettuato numerose simulazioni nel tentativo di gravare il meno possibile sui cittadini ma nessuna eliminava gli incrementi dettati dalla legge dello Stato.
La mia amministrazione, come tutte le amministrazioni hanno subito il nuovo modello TARES dallo Stato. Abbiamo lavorato cercando di trovare il migliore equilibrio tra le varie categorie di contribuenti e soprattutto abbiamo deciso di applicare i valori minimi previsti dalla legge.
La nostra gestione amministrativa è sempre stata molto attenta.
Dalle notizie degli ultimi giorni pare che il nuovo modello TARES sia stata cancellato per il 2014. La nuova versione prevede più margine di manovra per i comuni, a riguardo calibreremo quindi le tariffe in modo più fedele alla nostra realtà territoriale ma soprattutto la calibreremo sui bisogni dei cittadini, così come abbiamo fatto dal 2007 al 2012 con la TARSU.

Intervista al sindaco di Celenza a cura di Daniele Leone

© Insieme per Celenza s. T. (Riproduzione vietata)


lunedì 2 dicembre 2013

PROGETTO BIBLIO- AULA



Su proposta della pro- loco  ed in particolare dell’amministrazione comunale si è deciso di investire  fondi e risorse nel progetto di realizzazione di un’aula lettura-biblioteca all'interno dell’ex edifico scolastico. Molti sono i libri ben catalogati e conservati in armadi situati in un'aula di proprietà  del comune. Il progetto Biblio- Aula si propone  di creare un ambiente accogliente e stimolante dove studenti e non solo possano scegliere un libro e soffermarsi a leggerlo o a sfogliarlo con tranquillità.  Una struttura aperta ed accessibile, a misura di "studente"  con arredi e spazi pensati per lo studio e la lettura.  Ci auguriamo che questo  progetto possa soddisfare i bisogni di tanti studenti ed essere anche  un invito alla lettura da accogliere con entusiasmo e curiosità in modo che si possa tornare ad apprezzare i cari vecchi libri. Il progetto “Biblio-Aula” è un progetto  volto a realizzare una struttura vitale e fruibile da tutti. “Gli  obiettivi per la nostra amministrazione - ha dichiarato il sindaco Venosini- sono quelli di  sostenere la crescita culturale dei nostri giovani, e non solo, in spazi accoglienti,  idonei e sicuri. Noi, come amministrazione, investiamo risorse nella promozione turistico-culturale del territorio e, oltre a concedere  in comodato d’uso una sala dell’ex edificio della sede comunale al fine di attivare il progetto, erogheremo  un contributo e sistemeremo i locali.”

Daniele Leone 


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Il Comune di Celenza Sul Trigno chiede l’accreditamento al Servizio Civile Nazionale




L’amministrazione comunale di Celenza sul Trigno, guidata dal sindaco Venosini, ha chiesto l’accreditamento del suo comune al Servizio Civile Nazionale. “Una richiesta - ha dichiarato il sindaco – che  assicura  l’impiego dei volontari in termini di utilità per la nostra collettività e per  il nostro territorio. La proposta che  rivolgiamo ai tanti giovani costituisce  un momento di crescita personale e di miglioramento delle loro capacità. Il Servizio Civile  è un’importante occasione per le ragazze ed i ragazzi fra i 18 e i 28 anni che vogliono mettersi alla prova e sperimentare situazioni nuove. Chiedendo, come amministrazione l’accreditamento al Servizio Civile Nazionale, vogliamo essere parte attiva ai  progetti di servizio civile volontario che offrono ai giovani la possibilità di vivere intensamente situazioni di solidarietà sociale, ma anche di acquisire competenze professionali per il futuro lavoro o maturare, se ancora impegnati negli studi, crediti formativi utili al percorso scolastico.  Il nostro comune - ha proseguito il sindaco Venosini - possiede i requisiti strutturali e organizzativi adeguati e le competenze e risorse specificamente richiesti per l’accreditamento al  Servizio Civile Nazionale.”


Daniele Leone

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Il taglio delle guardie mediche contestato al Tar - Celenza sul Trigno ed i medici chiedono l’annullamento





ABRUZZO. Due ricorsi al Tar sulla soppressione della Guardia medica a Celenza sul Trigno sono stati presentati al Tar Abruzzo contro la Regione e la Asl di Chieti.

 Si tratta dell’iniziativa già preannunciata dall’amministrazione comunale e dal comitato dei medici del settore, entrambi assistiti dall’avv. Cristiano Bertoncini del Foro di Vasto.

Nel mirino della protesta portata all’attenzione dei giudici amministrativi c’è il decreto commissariale di taglio alle Guardie mediche (la cosiddetta Ca, continuità assistenziale) che sarebbe stato adottato senza la necessaria istruttoria e senza l’approfondimento previsto dalle norme quando si va ad incidere sul diritto costituzionale alla salute (in questo caso nell’Alto Vastese). Che poi è lo stesso indirizzo di tutti gli altri ricorsi al Tar che hanno visto soccombere la Regione per alcuni provvedimenti presi senza tener conto della necessità di attrezzare comunque il territorio quando si decide la soppressione o la riorganizzazione della rete sanitaria esistente.

 Per questo viene intanto chiesta la sospensiva del decreto commissariale 61 ed della decisione della Asl di Chieti, compreso il verbale del Comitato dei sindaci che aveva dato l’ok alla “rimodulazione” delle Guardie mediche.

Dal che era scaturita la cancellazione delle sedi di Celenza sul Trigno, ma anche di Carunchio, Dogliola, San Giovanni Lipioni, Torrebruna e Tufillo, accorpando il servizio nella sede di Palmoli mantenuta attiva. In realtà questa riorganizzazione del servizio di C.a. è stata decisa applicando “a maglie larghe” le indicazioni nazionali che stabiliscono un rapporto tra Guardie mediche e popolazione (rapporto 1 su 5 mila abitanti, mentre in Abruzzo è stato ridotto ad 1 su 3500 abitanti).

Ma, come spesso accade nella fretta di adottare tagli per ottenere risparmi, la Asl ha chiuso la Guardia medica – come si legge nel ricorso – ma nella sua delibera ha scritto che questo taglio era subordinato all’attivazione di un numero telefonico di emergenza per assicurare l’assistenza. Numero che però non è mai entrato in funzione. Senza dire che una qualsiasi rimodulazione andava decisa in accordo con il Piano di emergenza urgenza della Regione, che non è ancora andato a regime. Per cui «il provvedimento avendo posto alla base un presupposto che tuttavia non esiste, risulta illegittimo per carenza o errore nei presupposti».

 Il ricorso poi evidenzia una serie di errori (dalle distanze chilometriche indicate ai tempi di percorrenza del tutto errati, che sono superiori ai 20 minuti previsti dalle norme del soccorso) e di superficialità – soprattutto del Comitato dei sindaci – visto che non sono stati valutati altri parametri decisivi che riguardano quel territorio. Contro questa desertificazione dei servizi sanitari di quella zona, i ricorsi chiedono che sia ripristinata la garanzia di un servizio assistenziale efficiente.



Sebastiano Calella

© Insieme per Celenza s. T. (Riproduzione vietata)

La sanità nei piccoli comuni nel 2013






La guardia medica non c’è, il medico di famiglia in alcuni comuni è part time, il pediatra per i bambini che vivono in questi luoghi è un lusso, solo poche ore alla settimana. E’ questa la drammatica condizione in cui versa la sanità nei tanti paesini del vastese. Per piccole comunità come Celenza sul Trigno, San Giovanni Lipioni, Torrebruna, Carunchio, Dogliola, Tufillo, ecc., il diritto alla salute non è garantito, non dalla Carta Costituzionale, ma dai tagli!

Altro che riforma. Per tantissimi cittadini, donne, bambini e anziani l’assistenza sanitaria in questo lembo di terra abruzzese è da quinto mondo. I sindaci dei piccoli comuni, sono lasciati soli, abbandonati perché contano pochi voti, a ciò si aggiunge una nuova forma di “cinismo” politico che privilegia nell’erogazione delle risorse disponibili, prevalentemente le grandi aree metropolitane e le zone costiere, mentre per le aree interne del vastese, solo tagli dei servizi. Senza paura di essere smentiti, oggi il nostro territorio del vastese è diventato il Sud dell’Abruzzo. Una condizione questa ai limiti della sopportazione per migliaia di famiglie che vivono nei piccoli paesini e che, in assenza dei più elementari servizi, sono costrette loro malgrado ad una forzata emigrazione verso i comuni costieri e i comuni metropolitani, il che ha un sapore amaro, emigrare per garantire ai propri figli i servizi minimi essenziali, come la scuola, la sanità e i trasporti.

E per tutti coloro che decidono di rimanere non rimane che percorrere km e km per raggiungere i servizi sanitari e scolastici più vicini, in condizioni anche di totale disagio. In queste aree l’unico servizio di ambulanza H12 presente è a Castiglione Messer Marino, ma carente del medico a bordo e con personale volontario. Un quadro drammatico che sembra sfuggire all’attenzione della politica, sempre più incartata e lontana dai problemi dei cittadini che vivono in queste aree.

Per fare qualsiasi visita medica specialistica, le persone che vivono nell’alto vastese sono costrette a raggiungere nella maggior parte dei casi gli ospedali dei comuni capoluoghi. Come si chiama questo se non “totale disagio”? Tutto ciò richiede in maniera definitiva una riflessione seria sui diritti dei cittadini che vivono nelle piccole comunità, sempre più abbandonati ed emarginati e, ironia della sorte, proprio nell’epoca della comunicazione e della globalizzazione.”

Daniele leone

© Insieme per Celenza s. T. (Riproduzione vietata)