Presentazione



Lista civica "Insieme per Celenza s. T."



Questo blog nasce dalla volontà di condividere, in modo nuovo, le azioni che la lista civica "Insieme per Celenza" pone in essere nel dare attuazione al proprio mandato elettorale.



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mercoledì 19 dicembre 2012

Auguri di Buon Natale e Felice Anno



Cari concittadini, rivolgo un saluto e gli auguri da parte mia e dell’intera Amministrazione Comunale a tutta la Cittadinanza di Celenza sul Trigno. Il Natale è un momento di gioia, una testimonianza di amicizia e simpatia ma anche di responsabilità. E’ un momento importante per trarre un bilancio di ciò che è stato fatto e guardare avanti su cosa realizzare nel prossimo anno.
L’augurio che voglio rivolgere ai celenzani è che questa fase di crisi economica possa risolversi al più presto per la nostra comunità, e che con l’impegno, la collaborazione e la comprensione reciproca possiamo ritrovare la serenità nelle nostre famiglie e nei nostri cuori. Tutti siamo chiamati a contribuire alla costruzione di una comunità quanto più coesa e solidale, il nostro desiderio è che cessi la conflittualità e ci si possa sedere tutti uniti attorno ad un tavolo nella ricerca della risoluzione dei problemi della comunità.
Il nostro auspicio è che si diffonda tra noi tutti il valore del “dono” inteso come capacità di spendersi per gli altri, il valore della “solidarietà” concepita come capacità di individuare nell’altro che ci sta vicino il volto di una persona la quale entrare in relazione e con cui misurarsi Un augurio particolare vorrei rivolgerlo alle persone malate, a coloro che soffrono in silenzio e alle famiglie che ogni giorno devono fare i conti con le difficoltà economiche.
Il 2012che sta per concludersi è stato indubbiamente un anno difficile, mi permetto di dirlo nella speranza di riuscire a condividere con voi alcune riflessioni che ritengo di grande importanza per la nostra comunità. Un anno fa, il tradizionale saluto di Natale fu l’occasione per chiedervi collaborazione e fiducia. La crisi allora non ci permetteva di ignorare un elemento essenziale, che tutti cioè, eravamo chiamati a fare qualcosa e a rinunciare a qualcosa per il bene comune.
Il 2012 è stato un anno di tre finanziarie e della spending review che hanno tagliato ingenti risorse nelle casse dei piccoli comuni. Il nuovo anno, speriamo sia all’insegna della collaborazione ma anche di una critica costruttiva che sia da stimolo e proponga progetti alternativi.
Criticare solo per ingannare la comunità è un atteggiamento che non paga.
Mai come adesso è indispensabile lavorare insieme per rinsaldare i rapporti e stringere un forte legame tra istituzione, politica, cittadini e chiesa, perché solo unita una comunità può guardare con serenità alle sfide che l’attendono. A tutti i cittadini e al nostro nuovo parroco, l’augurio di un sereno Natale e Felice Anno Nuovo.

Il Sindaco Andrea Venosini

© Insieme per Celenza s. T. (Riproduzione vietata)

mercoledì 12 dicembre 2012


SI AVVISA LA CITTADINANZA CHE IN OCCASIONE DELLA VENUTA DEL NUOVO PARROCO DON ERMINIO GALLO PREVISTA PER
DOMENICA 16 DICEMBRE 2012 ALLE ORE 16:30
ED A SEGUITO DELLA CERIMONIA RELIGIOSA E’ PREVISTO,
ALLE ORE 18:00 PRESSO IL CENTRO ANZIANI,
UN RINFRESCO CON TUTTA LA POPOLAZIONE.
TUTTI I CITTADINI INTERESSATI ALLA PREPARAZIONE DI DOLCI O RUSTICI DA OFFRIRE PER L’OCCASIONE POSSONO CONSEGNARE GLI STESSI PRESSO IL CENTRO ANZIANI NELLA GIORNATA DI
DOMENICA 16 DICEMBRE 2012 DALLE ORE 10:00 ALLE ORE 12:00.

Benvenuto Don Erminio



Caro Don Erminio Gallo,
pochi giorni fa abbiamo salutato, con grande emozione, il tuo predecessore, don Nicola Gentile che dopo 50 anni d’intenso lavoro nella nostra comunità, è andato in pensione e tra una settimana avrò il piacere e l’onore di dare il benvenuto a Lei, non solo da parte mia e dell’amministrazione comunale, ma soprattutto da parte di tutta la comunità civile che rappresento ed a cui sono fiero di appartenere.
Sono sicuro che, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, il 16 dicembre 2012 avrà inizio la naturale continuazione di un periodo di intensa collaborazione, collaborazione che certamente darà i suoi buoni frutti e da tali frutti ci riconosceranno. Le assicuro, inoltre, che in me troverà sempre un interlocutore attento alle problematiche sociali ed alle esigenze della parrocchia. Mi permetta di fare alcune considerazioni: anche qui da noi la crisi economica non demorde, le aziende del nostro territorio stanno attraversando momenti difficili, ci sono lavoratori in cassa integrazione. Come amministrazione abbiamo fatto il possibile per ridurre il disagio sociale causato dalla crisi, ecco perché abbiamo mantenuto la TARSU, l’IMU sulla prima casa e l’IRPEF comunale, alle tariffe fissate dalla precedente amministrazione, dal 2007 non abbiamo aumentato una sola tariffa comunale anzi abbiamo ridotto del 50%, la retta della scuola materna. Non demordiamo, anzi continueremo su questa strada anche il prossimo anno. Le posso assicurare che, nonostante la grave crisi e i gravissimi tagli che un piccolo comune come il nostro ha subito negli ultimi anni a causa delle finanziarie e della spending review, noi guardiamo al futuro con speranza e con un certo ottimismo. Lo possiamo fare perché abbiamo lavorato e amministrato bene, facendo solo il bene della comunità, e soprattutto perché conosciamo la nostra gente, persone tenaci che hanno ereditato dalle generazioni passate la capacità di rimboccarsi sempre le maniche e di guardare avanti. Ma la nostra forza non sta solo nella voglia di migliorare, ma nel vivere l’associazionismo ed il volontariato come risorsa da mettere in campo per aiutare il prossimo, a testimonianza della parola di Nostro Signore. Qui in paese, Le voglio ricordare che abbiamo i tanti volontari che compiono ogni giorno un lavoro insostituibile. Ogni persone del nostro Movimento Civico Insieme per Celenza s. T. ha deciso di scendere in campo sposando il detto ”fare politica per fare il bene della comunità”, questo è il motore del nostro agire politico.
Concludo dicendo che da noi sentirà poche parole, ma vedrà molti fatti, perché come si dice “non è dalle parole che si giudicano le persone, ma dai fatti”.

L’aspettiamo con la gioia nel cuore, Don Erminio.

Il Sindaco Venosini ed il Movimento Civico Insieme per Celenza

© Insieme per Celenza s. T. (Riproduzione vietata)

Decreto Balduzzi



Riforma del medico di base con assistenza h24, coordinato dalle Regioni, ecco in sintesi cosa prevede il Decreto Balduzzi approvato dalla camera.

MEDICO DI BASE H24
L’articolo 1 stabilisce che siano le Regioni a definire l’organizzazione dei servizi territoriali di assistenza primaria e a istituire, finanziare e coordinare le “unità complesse di cure primarie” ovvero poliambulatori dotati di medici di base, pediatri e specialisti che, lavorando a turno, possano garantire un’assistenza h24, 7 giorni su 7, coordinandosi, per via telematica, con gli ospedali. “Per i medici di medicina generale è istituito il ruolo unico, disciplinato dalla convenzione nazionale, fermi restando i livelli retributivi specifici delle diverse figure professionali”.

GRADUATORIE E MOBILITÀ MEDICI
Sempre l'articolo 1 prevede poi che l’accesso al ruolo unico per le funzioni di medico di medicina generale avvenga attraverso una graduatoria unica per titoli, predisposta annualmente a livello regionale. Ma spunta anche un comma che prevede eventuali ricollocamenti di personale in esubero: il comma 8 dell’articolo 1 stabilisce infatti che, dopo essersi confrontate con i sindacati, le Regioni “per comprovate esigenze di riorganizzazione della rete assistenziale”, possano avviare processi di “mobilità del personale dipendente dalle aziende sanitarie con ricollocazione del medesimo personale presso altre aziende sanitarie della Regione situate anche al di fuori dell’ambito provinciale”. È stata invece eliminata la norma che prevedeva concorsi pubblici per le assunzioni di personale a tempo indeterminato, prevedendo una riserva di posti per il personale non dirigenziale del servizio sanitario nazionale con contratto di lavoro a tempo determinato.

PENSIONE
Sono saltate le norme che riguardano le pensioni dei medici: sia la deroga alla riforma Fornero per i dipendenti del servizio sanitario, sia l'innalzamento a 67-70 anni per la pensione dei medici. Non c'è più nemmeno la norma che concede alle Regioni in piano di rientro una parziale deroga al blocco del turn over: potranno accedere alla deroga, passata dal 20 al 15%, solo quelle Regioni con i conti in rosso che avranno passato positivamente il vaglio dei tavoli  tecnici “entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione” del decreto.

Il Movimento Civico Insieme per Celenza

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La posizione dell'amministrazione Venosini sulla medicina territoriale



Il diritto alla salute nei i piccoli comuni delle aree interne del vastese è seriamente messo in discussione e la conferma arriva dai tagli che si stanno abbattendo sui servizi di guardia medica. Solo alcuni anni fa ci fu la chiusura dell’ospedale di Gissi, a cui ha fatto seguito la riduzione dei posti letto nell’ospedale di Vasto. Ora tocca alle Guardie Mediche. Ma cosa sta accadendo alla Sanità del vastese? Lo abbiamo chiesto al Sindaco Venosini.

Il diritto alla salute nei nostri piccoli paesini, oggi si mantiene in vita grazie al sacrificio dei medici di famiglia e ai servizi di guardia medica. Con grande difficoltà e tanti sacrifici, da anni lottiamo contro una scellerata politica di tagli e riduzione dei servizi che costringono sempre più i cittadini che vivono nei piccoli comuni a chiedersi se conviene ancora continuare a vivere in queste aree. I tagli e la riduzione di servizi che subiamo amplificano in modo esponenziale la criticità dei nostri comuni, per questo mi rivolo al Presidente Chiodi, nella sua qualità di Commissario alla Sanità, e al Manager Zavattaro, affinché ci pensino bene prima di effettuare i tagli sulle guardie mediche e di considerare non soltanto il numero degli abitanti afferenti a ciascuna sede, ma anche la situazione territoriale delle aree interessate, la criticità della viabilità interna, le asperità del territorio e la elevata percentuale di anziani con patologie croniche e difficoltà motorie, che vi risiedono.
Effettuare tagli senza compiere queste analisi, mette a rischio la vita stessa delle persone e la sopravvivenza dei piccoli comuni. Inoltre ricordiamoci che nei mesi invernali, quando nevica, le vie diventano impercorribili, con gravi problemi per i cittadini, che sono già oggi costretti a frequenti, costosi e disagevoli spostamenti per raggiungere l’ospedale più vicino.

Sindaco, sembra che questi tagli, rispondono più ad una logica di calcoli matematici che ai bisogni e alle difficoltà delle persone!
Io penso che queste scelte così come pensate arrecheranno solo un danno enorme ai cittadini e darà un’accelerazione allo spopolamento dei nostri piccoli comuni con conseguenze anche sull’economia di tutto il territorio. La scelta di chiudere la guardia medica, contrasta in modo inequivocabile con quanto hanno continuamente affermato il Presidente Chiodi e il Manager Zavattaro, cioè che nel nostro territorio non avrebbero chiuso nessun servizio, al contrario avrebbero potenziato l’assistenza territoriale.

Sindaco Venosini, ha letto le notizie riportate sui mass media secondo cui i comuni di Lanciano e di Vasto presenteranno ricorso al TAR contro i tagli dei posti letto agli ospedali, e che i sindaci di Cupello e Monteodorisio hanno espresso il loro “NO” ai tagli alla sanità. Voi cosa intendete fare?
Da anni vado ripetendo che le aree interne sono state dimenticate, che i bisogni dei cittadini non vengono accolte nelle sedi che contano, che la crisi della politica è reale, basta riflettere sulle scelte compiute in questi anni dai cittadini che vivono nelle aree interne che ai tradizionali partiti hanno preferito le liste civiche locali. La politica deve comprendere che se vuole ridurre il divario con i cittadini, deve fare il bene dei cittadini e rispondere ai loro bisogni. La riduzione dei servizi di guardia medica e dei posti letto non va in questa direzione. Noi, come amministrazione, stiamo approfondendo l’argomento con l’ausilio di validi esperti del settore. Non dobbiamo poi dimenticare l’articolo 32 della Costituzione che stabilisce: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite ai cittadini”. Il diritto alla salute, di fatto, obbliga lo Stato a promuovere ogni iniziativa finalizzata alla sua miglior tutela possibile, in termini generali. L’articolo 32 non ha solo un contenuto programmatico, ma ha anche un contenuto “precettivo” con la conseguenza che il diritto alla salute di ogni individuo è da considerarsi assoluto e fondamentale, meritevole di tutela prioritaria. La programmazione delle attività sanitarie, in base ad obiettivi specifici, al fine di utilizzare al meglio le limitate risorse disponibili, non è pianificabile ricorrendo unicamente a tagli generalizzati. Il legislatore ha inteso offrire il diritto alla salute non solo come una prerogativa di chi vive nelle città, ma offrire il diritto di salute a tutti i cittadini compresi quelli che hanno scelto di vivere nei piccoli paesini di montagna. I tagli così come proposti e pensati danno la percezione di un indebolimento del sistema sanitario del nostro territorio del Vastese, non solo del mio piccolo paesino.

Sindaco, siamo sotto Natale, cosa vorrebbe trovare sotto l’albero?
Una lettera del Presidente Chiodi e del Manager Zavattaro che comunicano la scelta di revocare la delibera commissariale e di voler aprire un tavolo di confronto con i sindaci delle aree interne. Sarei lieto di ragionare a nuove soluzioni, immaginare diversi modelli assistenziali, nuove soluzioni che vadano incontro sia ai bisogni dei cittadini che alle necessità di bilancio. Sono convito che diritti e bilanci devono e possono coesistere. Ecco cosa desidero, trovare sotto l’albero la revoca della delibera e l’invito a trovare nuove soluzioni, il coraggio della politica a guardare alle nuove tecnologie e a immaginare nuove soluzioni per le guardie mediche dei piccoli comuni. Guardiamo ai modelli di guardia medica nei piccoli paesini in Europa. Non sto chiedendo di avere un ospedale sotto il nostro campanile o una guardia medica aperta sette giorni su sette, ma semplicemente di guardare ai numeri e ai grafici di bilancio da un’altra prospettiva, quella dei sindaci che ogni giorno parlano con le persone, le guardano negli occhi e percepiscono il loro bisogno di cure.

Intervista al Sindaco Venosini a cura di Daniele Leone

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Progetto di copertura degli impianti sportivi siti in località S. Rocco



L’Amministrazione Comunale di Celenza sul Trigno, ha eseguito, in questi anni in ambito sportivo, numerosi interventi di ristrutturazione fra cui quello che riguarda il Centro Polifunzionale in località San Rocco e la messa in sicurezza e riqualificazione dell’area degli impianti sportivi a cui farà seguito un nuovo progetto, “la realizzazione di una copertura sull’impianto sportivo sito in località S. Rocco”. Tutto questo per rispondere alla crescente richiesta che arriva dai giovani del paese, ma anche alle esigenze delle nostre scuole.
Questo nuovo progetto - ha dichiarato il Sindaco Venosini - ci permette di elevare la qualità delle nostre strutture sportive, facendo acquisire all’area San Rocco la denominazione di “centro sportivo”, non solo un titolo ma una sfida per il futuro del paese. Vogliamo raggiungere traguardi ambiziosi, inserendo il nostro impianto sportivo nell’offerta che possiamo offrire, come comune, ad un turismo rurale, perciò questo progetto si inserisce nell’ambito di altre iniziative volte a promuovere il turismo locale e dare così un impulso all’economia del nostro paese, iniziative quali la realizzazione della segnaletica turistica, il recupero di edifici comunali come punto di ristoro, la realizzazione del parco avventura, ecc. Con la realizzazione della copertura sull’impianto sportivo dotiamo, dunque il paese di un impiantistica al coperto, dove giovani, bambini e adulti, nei mesi invernali possono giocare e divertirsi. Con questo progetto andremo a colmare un vuoto e dare risposte alle diverse esigenze che ci arrivano dai cittadini. Non solo locali idonei e spazi sicuri, ma anche al coperto, dove giocare in sicurezza anche quando il tempo è cattivo, oltre che uno spazio dove organizzare eventi, esposizioni ecc. Abbiamo sottoposto il progetto agli organi competenti e siamo convinti di avere delle chance da giocarci, considerato anche il fatto che il nostro comune è sprovvisto di un impianto sportivo al coperto.

Intervista al Sindaco Venosini a cura di Daniele Leone

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Il Turismo Rurale secondo il sindaco Venosini



Lo sviluppo del turismo rurale nel nostro territorio è sicuramente una strada da percorrere e favorire, ma per farlo dobbiamo recuperare l’insieme dei beni naturali, culturali ed artistici del nostro paese che insieme alla posizione geografica e al paesaggio umanizzato, che comprende le bellissime colline, i pregiati uliveti, il bosco di Caccavone, le mirabili antiche vie della transumanza, la chiesa di San Donato, la Torre della Fara, il meraviglioso borgo antico ed il Fiume Trigno, sono un’attrazione per un turismo rurale di qualità.

Come amministrazione - ha dichiarato il Sindaco Venosini - in questi anni ci siamo impegnati nel far conoscere attraverso l’ufficio turistico e attraverso iniziative come il Gemellaggio, il Patto di Amicizia, ecc., i nostri prodotti enogastronomici tipici d’eccellenza come l’olio, l’uva, il vino, le conserve, la ventricina, i formaggi ed i piatti tipici. Per ciò che riguarda la categoria delle attrazioni, in questi anni abbiamo organizzato la rassegna cinematografia, la manifestazioni Tractorius, il certame di poesia dialettale, gli eventi e le feste religiose, tutto ciò per rendere il sistema turistico territoriale un “sistema dinamico” ed è per questo che abbiamo realizzato il Punto Informativo Turistico e presto pubblicheremo il bando per realizzare un “Parco Avventura” e recuperare l’ex area pic-nic. Tutto questo è finalizzato a diffondere la conoscenza del nostro territorio, del nostro paese, Celenza sul Trigno. Il turismo rurale dunque è una priorità per la nostra amministrazione, in particolare avvertiamo l’esigenza di creare quelle condizioni capaci di rispondere alle esigenze dei turisti che decidono di venire a trascorrere dei brevi soggiorni nel nostro comune, ma soprattutto vogliamo stimolare l’investimento privato in questo settore tutto ancora da scoprire.

Sindaco Venosini ci parli del progetto di valorizzazione e fruizione turistica e della realizzazione della segnaletica sentieristica e recupero di un fabbricato da destinare ad attività di supporto alla piccola ricettività?
Questo è un progetto che insieme a tutti gli altri realizzati e a quelli che presto andremo a realizzare, favoriranno tutte quelle condizioni necessarie affinché i giovani del posto possano investire nel settore del turismo rurale. Ecco perché stiamo lavorando nel valorizzare e rendere fruibili i nostri luoghi. Alcuni progetti su cui stiamo lavorando prevedono il recupero di alcuni servizi e immobili di proprietà comunale al piano superiore della scuola dell’infanzia statale e l’edificio che un tempo ospitava le scuole comunali. L’obiettivo è ristrutturare questi edifici affinché possano essere utili al rilancio del turismo rurale e nel dare grande impulso all’economia locale. Oggi il turismo rurale nei piccoli borghi esercita un fascino speciale, aumenta ogni anno il numero dei turisti che vanno alla ricerca di luoghi incontaminati, di piccoli paesini dove poter riposare, e assaporare il piacere della vita semplice e genuina. Il nostro territorio offre queste attrazioni, ecco perché vogliamo rafforzare il legame territorio, fiume e centro storico e stiamo realizzando servizi per attrarre investimenti privati nel settore.

Sindaco la sua amministrazione sta lavorando nel recuperare alcune strutture pubbliche come l’edificio dell’ex scuola elementare e l’ex casa delle suore, avete presentato il progetto per realizzare la copertura ai campi da gioco, avete ristrutturato il centro polifunzionale, realizzato il punto informativo a breve pubblicherete il bando per la realizzazione del parco avventura, state lavorando per il recupero della Torre della Fara, ecc.. Ma chi offrirà la logistica ai turisti che decidono di trascorrere brevi vacanze nel vostro paese?
Come amministrazione stiamo lavorando per realizzare i servizi importanti come ricordato, ma stiamo anche lavorando per attrarre investimenti privati in modo da realizzare quei servizi da offrire ai turisti che decidono di venire a trascorrere delle brevi vacanze nel nostro paese e che decidono di vivere il nostro territorio, scoprire le sue ricchezze paesaggistiche, la sua flora, la fauna, percorrendo le vie della transumanza. Il turista necessità di un locale idoneo per riposare, un locale B&B o un albergo diffuso, ecc., e dove poter gustare i prodotti tipici locali e quindi deve poter trovare un agriturismo o una trattoria, ecc. I nostri interventi vanno nella direzione, di mettere in campo un circuito di opere e servizi che promuovano la fruizione sostenibile del nostro territorio, e dall’altra parte offrono una buona occasione ai privati di fare investimenti nel settore del turismo rurale.

Intervista al Sindaco Venosini a cura di Daniele Leone

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sabato 1 dicembre 2012

Scuola dell’infanzia statale di Celenza sul Trigno - Attivato il turno pieno



Il Movimento Civico Insieme per Celenza ha il piacere di comunicare a tutta la Comunità Celenza che lunedì 3 dicembre 2012 avrà inizio il turno pieno della Scuola dell’Infanzia Statale di Celenza sul Trigno.

Ciò permetterà di attivare altri due posti di lavoro.

Scelta fortemente voluta dalla comunità di Celenza sul Trigno e che OGGI È REALTÀ GRAZIE al Sindaco Andrea Venosini ed alla compagine amministrativa che lo supporta.
Grazie a tutti quelli che hanno creduto nelle nostre idee.
La Comunità Celenza dimostra giorno per giorno la sua grande capacità di fare scelte FORTI ed IMPORTANTI per essa stessa e per tutto il territorio.

A voi cittadini il compito di riflettere su tutto ciò.

FORZA RAGAZZI CELENZA SUL TRIGNO È CON VOI.

Il Movimento Civico Insieme per Celenza s. T.

© Insieme per Celenza s. T. (Riproduzione vietata)

Questo è un film già visto!



Le critiche mosse a Sua Eccellenza il Vescovo, in merito al trasferimento del parroco della comunità, dimostrano una sola cosa, l’assoluta mancanza di idee e una scarsa disponibilità al dialogo e al confronto.
Proviamo a fare capire alla gente cosa si sta criticando, la nomina del nuovo parroco, compiuta da Sua Eccellenza il Vescovo.
E’ bene che i cittadini e soprattutto i cattolici, sappiano che le nomine o il trasferimento di un parroco sono previsti dal codice di diritto canonico e che al compimento del 75° anno di età il parroco è tenuto a consegnare le proprie dimissioni. A queste norme, dobbiamo ricordare per completezza di informazioni, i parroci fanno “promessa di obbedienza” al loro Vescovo che chiedono: “Prometti a me e ai miei successori rispetto e obbedienza?”.
Il parroco risponde “Sì, lo prometto”.
Questa sola risposta affermativa precede e sostanzia ogni altra decisione. E’ obbedienza totale che ciascun parroco deve al suo Vescovo. Anche in seminario i parroci vengono esercitati all’obbedienza in tutti i momenti formativi, attraverso una vita di comunione tra i seminaristi e di comunione gerarchica con i superiori. Dunque, le critiche rivolte a Sua Eccellenza il Vescovo per aver compiuto scelte secondo le norme del Diritto Canonico, non possono che destare in noi dubbi e perplessità, in quanto probabilmente l’obiettivo delle critiche è solo quello di continuare a seminare zizzania, dividere gli animi e distruggere i rapporti nella nostra comunità.
Questo è un film già visto!
Criticare le scelte di Sua Eccellenza non è un atto leale, così come la chiesa non deve entrare nel dibattito politico, la politica non deve entrare nelle scelte della chiesa. Detto ciò, siamo sicuri che i veri cattolici del paese, non vogliono partecipare alle strumentalizzazioni, anche perché è chiaro a tutti che il parroco deve obbedienza a Sua Eccellenza il Vescovo e a nessun altro.
Ricordiamo inoltre che contemporaneamente sono stati decisi dalla Diocesi altri trasferimenti di parroci di piccoli paesini delle aree interne dell’Abruzzo e della vicino Molise, scelte compiute con l’intento di promuovere quel cambiamento necessario sia la per Chiesa che per le future generazioni.
Siamo convinti che i veri cattolici non condividono queste critiche, ma soprattutto questo tentativo di mischiare politica e fede.

Il Movimento Civico Insieme per Celenza s.T.

© Insieme per Celenza s. T. (Riproduzione vietata)

Il Trasferimento di un parroco lo decide Sua Eccellenza il Vescovo



Spetta al Vescovo della Diocesi il potere di conferire e revocare le nomine.
A Celenza sul Trigno, piccolo centro della diocesi di Trivento, continuano le polemiche sulle scelte del Vescovo in merito al pensionamento e al trasferimento del vecchio parroco ottantenne e alla nomina del nuovo parroco. Una polemica incomprensibile dato che già da molto tempo si era a conoscenza della notizia dell’avvicendamento, una cosa normalissima dato che anche i sacerdoti prima o poi vanno in pensione.
In questi lunghi mesi di attesa erano stati pubblicati su alcuni giornali anche dei “toto parroci”. Ora che la nuova nomina è ufficiale, giustamente qualcuno si chiede: Adesso cosa farà il vecchio parroco ottantenne? Andrà via o resterà in paese? E dove?
Tutte domande comprensibili e giuste ma che non devono essere rivolte al Sindaco che nulla può su questi temi. Certo è che il vecchio parroco presto dovrà lasciare la parrocchia, non certo per volere politico.
Sicuramente rimarrà nei cuori di tutti i fedeli che lo hanno conosciuto. Tutti ricorderanno le sue parole di incoraggiamento nei momenti bui e come dimenticare i suoi occhi pieni di gioia ai matrimoni, ai battesimi, alle comunioni o alle cresime, ecc.. Ma è giusto pensare anche alle future generazioni di sacerdoti che sono chiamati ad iniziare un cammino di fede.
Dunque è comprensibile porsi delle domande, ma queste non devono essere motivo di divisioni o un tentativo di ricerca di un colpevole. Siamo convinti che perseverare sulla strada delle polemiche non giovi a nessuno, tanto meno al nostro anziano parroco che, certamente, proprio come un buon padre di famiglia, non desidera altro che l’unione dei figli.
Egli è chiamato a svolgere un altro servizio e deve obbedire al suo Vescovo, per il bene della Chiesa. La Chiesa cattolica è gerarchico - sacramentale, in quanto ha origine divina e i suoi membri tutti devono sempre sapere scorgere la forza della Spirito che li convoca, li invia, li assiste. Pertanto la decisione del Vescovo deve essere accettata da tutta la comunità dei fedeli.
Non dimentichiamoci che il nostro Vescovo, come tutti i Vescovi, per divina istituzione sono successori degli Apostoli. Quali Pastori della Chiesa, i parroci accettano le loro decisioni e i fedeli che lo ascoltano, ascoltano la parola della Chiesa. Chi dissente le nomine del Vescovo dissente con la Chiesa.
Infatti, il diritto canonico stabilisce che il parroco, compiuti i settantacinque anni è invitato a presentare la rinuncia all’ufficio del Vescovo della Diocesi, il quale, considerata ogni circostanza di persona e di luogo, decide se accettarla o differirla. Nel caso in questione, oltre a non essere state accettate al momento della presentazione, sono state differite fino all’ottantesimo anno di età del sacerdote.
Diciamo basta alle polemiche e diamo ora il benvenuto ed accogliamo con grande gioia il nostro nuovo parroco, assicurandogli la nostra disponibilità, il nostro impegno concreto, continuando a mettere a disposizione della comunità le nostre ricchezze e le nostre miserie, insomma noi stessi, certi che come sempre sarà la grazia di Dio alla fine ad operare meraviglie.
Siamo sicuri che il nuovo parroco si prenderà cura della nostra comunità con amore e disponibilità assoluta, noi gli auguriamo un fecondo ministero sacerdotale.

Il Movimento Civico Insieme per Celenza s. T.

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venerdì 30 novembre 2012

Scuola dell'infanzia arriva il tempo pieno!



La nostra è una scuola “piccola” ma caratterizzata da solidi rapporti umani e dalla sua presenza significativa nel tessuto ambientale, sociale e culturale del nostro territorio.
Un’unica classe che permette alle maestre e ai bambini di lavorare bene e di integrare il programma scolastico con tanti progetti che ampliano l’offerta formativa e arricchiscono i bambini.
Quando si entra nella scuola dell’infanzia statale si respira un’aria di collaborazione tra maestre, bambini, famiglie e con l’amministrazione comunale.
Dal 3 dicembre, la scuola dell’infanzia statale – afferma pieno di orgoglio il Sindaco Venosini - si arricchisce di un altro servizio il tempo pieno. I bambini possono rimanere anche il pomeriggio, oggi già offriamo il servizio mensa, con il personale che cucina in loco, abbiamo una collaboratrice scolastica, maestre, mettiamo a disposizione dei bambini il servizio trasporto con lo scuolabus e, dal 3 dicembre dunque, anche il tempo pieno, i bambini potranno rimanere anche il pomeriggio e condividere tante belle attività volte alla loro educazione ed alla loro crescita.
Ritengo che per il nostro piccolo paese, la presenza della scuola dell’infanzia, elementare e media statale sia essenziale e fondamentale per il futuro della comunità. Riusciamo oggi a svolgere una forza aggregante ed attrattiva nel territorio e a muovere l’economia verso le attività commerciali locali.
Queste mie accorate considerazioni potrebbero sembrare sciocca retorica, ma vi posso assicurare che CHI HA LAVORATO TANTO COME NOI PER IL BENE DEL PROPRIO PAESE, compiendo scelte importanti e coraggiose non può che essere commosso e orgoglioso per il risultato ottenuto.
Ricordo ancora le accuse che ci venivano mosse pochi mesi fa in campagna elettorale: l’amministrazione Venosini vuole sfasciare la scuola, poi le informazioni si arricchivano di altri dettagli: la scuola dell’infanzia statale comunale avrebbe avuto costi elevati e che non avremmo mai raggiunto il numero degli iscritti previsti, che bisognava costituire una non ben chiara associazione e il comune avrebbe dovuto solo erogare i soldi, ecc..
Quante chiacchiere furono dette, oggi tutte smentite dai fatti, la nostra scuola dell’infanzia statale funziona e finalmente ha ottenuto anche il tempo pieno.
Siamo lieti di aver dimostrato con i fatti, competenza e lungimiranza, e sciolti molti dubbi.
Le famiglie hanno iscritto senza problemi i propri figli alla scuola dell’infanzia statale, sono 20 i bambini che frequentano, una classe intera, e nello stesso stabile, con ingresso indipendente e in luoghi accoglienti, sicuri e confortevoli offriamo da novembre un nuovo servizio per l’infanzia, rivolto a dieci bambini sotto i tre anni.
Cosa dire dopo l’autorizzazione del tempo pieno per la nostra scuola dell’infanzia statale, se non ribadire grande soddisfazione e gioia?
Un grande merito va alla mia squadra che dal 2007 lavora solo ed esclusivamente per fare il bene della comunità e offrire servizi di qualità facendo risparmiare soldi alle famiglie.

Intervista al Sindaco Venosini a cura di Daniele Leone

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lunedì 26 novembre 2012

La sfida che attende la politica.


Sin da quando ero bambino la politica l’ho sempre respirata, ammirata e vissuta nei comizi in piazza e nei discorsi che in casa venivano fatti da mio padre su quanto il senso morale fosse allora un tratto distintivo dell’agire politico e di come l’etica, l’esempio e l’integrità fossero parte stessa dell’idea di futuro che si voleva costruire per il nostro paese.
Da allora ho sempre concepito la politica come uno strumento al servizio dei cittadini e ho sempre ritenuto che se questo importante servizio non viene esercitato in maniera trasparente ed alla luce del sole, inevitabilmente, in un paese dalla morale sempre più indebolita, si corre il fortissimo rischio di rispondere principalmente agli interessi di pochi a discapito dell’interesse del bene comune.
Veniamo dunque ai giorni nostri, purtroppo non affatto luminosi, siete tutti a conoscenza della sentenza della Corte dei Conti che non voglio commentare, ma mi preme solo ricordare ai cittadini che l’azione risarcitoria promossa dalla Corte dei Conti, arriva dopo aver dato luogo ad un giusto processo nel quale ogni imputato si è difeso con i propri legali, e infine sono stati riconosciuti responsabili della cattiva gestione del bene comune.
Il giudice, cioè la Corte dei Conti ha inflitto ai responsabili, dopo aver vagliato le prove offerte dall’accusa e dalla difesa, la condanna al risarcimento del danno al comune. Alla luce della sentenza voglio esprimere il mio rammarico, per gli attacchi, le accuse, le critiche subite nell’ultima campagna elettorale, ricordate tutti quando l’opposizione si affannava dai palchi e dai balconi nel tentativo di spiegare ai cittadini la loro presunta verità sulla vicenda RSA?
Visto la sentenza della Corte dei Conti, quegli attacchi, critiche contro il Sindaco Venosini e la sua amministrazione sono stati ingiusti, perché la sentenza racconta un’altra verità. E’ dal 2007 che andiamo dicendo che noi giovani facciamo politica per servizio di volontariato, per fare il bene del nostro amato paese e che uno dei nostri solidi fondamenti è dare l’esempio di onestà.
Oggi i cittadini hanno sete di onestà, sono stanchi degli sprechi della politica e di vedere tanti politici vivere una vita agiata, spesso con i soldi pubblici mentre un operaio non riesce ad arrivare alla fine del mese.
Su questo punto, “l’onestà ” continueremo ad essere intransigenti prima verso noi stessi e poi verso i cittadini, perché la cattiva amministrazione del bene comune è nemica della politica e della libertà.
Questo deve essere un monito per i nostri tempi e soprattutto per le future generazioni che devono crescere con i veri valori della politica intesa come una missione, un servizio, un volontariato, e solo per fare il bene di tutta la comunità.
Per noi, quello che conta oggi è continuare a guardare avanti, alle sfide future che ci attendono e soprattutto a lavorare nel rimettere in carreggiata l’etica morale nelle istituzioni e lo dobbiamo fare pensando alle future generazioni. Questa è la sfida che attende la politica.

Il Sindaco Venosini

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sabato 24 novembre 2012

C'è chi vive ancora nel mondo dei sogni...o forse non è mai cresciuto!



La sentenza della Corte dei Conti è la degna conclusione di una vicenda che, se non fosse per la sua serietà, avrebbe dei risvolti francamente “comici”.
Ricordate le autodifese, nell’ultima campagna elettorale, quando illustri relatori si affannava dai palchi e dai balconi nel tentativo di spiegare ai cittadini la presunta verità e l’estraneità alla vicenda RSA?
Visto la sentenza della Corte dei Conti, pare che tutto quel baccano, quel gridare “al lupo, al lupo” contro l’amministrazione Venosini non sono stati sufficienti a convincere nessuno, tanto meno i magistrati della Corte dei Conti, dell’ estraneità ai fatti contestati.
La sentenza della Corte dei Conti racconta un’altra verità che mette in evidenza la cattiva gestione del bene collettivo.
Tutti i tentativi messi in atto per far credere ai cittadini che il cattivo della situazione era il sindaco Venosini, era solo finalizzato a dividere le famiglie, inasprire gli animi, dividere la comunità.
Ora qualcuno dovrebbe spiegare a chi per anni ha votato a sinistra e che si rifaceva all’insegnamento di Enrico Berlinguer, come questa tempesta abbia potuto travolgere anche il loro partito. Intanto, è sconcertante il silenzio del PD locale, da cui non è arrivata nessuna autocritica, nessuno si è fatto vivo per chiedere scusa al Sindaco Venosini.
Con questo silenzio il PD locale ancora una volta appare inesistente, ingessato nelle divisioni interne e incapace di formulare un qualche giudizio, di articolare una riflessione, di esprimere una condanna netta ed inequivocabile, nei confronti di chi ha sbagliato.

Il Movimento Civico Insieme per Celenza s. T.

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martedì 20 novembre 2012

Corte dei Conti - Pronuncia definitiva di condanna

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
la Corte dei conti
Sezione giurisdizionale per la regione Abruzzo
composta dai signori magistrati
Martino Colella                               Presidente
Lucilla Valente                                Giudice
Gerardo de Marco          Giudice relatore
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
nel giudizio di responsabilità iscritto al n. 18694 del Registro di Segreteria, promosso dalla Procura Regionale, in persona del Vice Procuratore Generale Massimo Perin,
nei confronti dei signori
- Rodrigo CIERI (CRI RRG 38T26 C428U), difeso dagli Avv.ti Vincenzo Umberto Colalillo (CLL VCN 46M03 A930U) del Foro di Isernia e Antonio Marcello Boschetti (BSC NNM 66H11 I148I) del Foro di Vasto;
- Giampiero AQUILANO (QLN GPR 71E17 E372B) e Martin Heinz FELICE (FLC MTN 66E08 Z112S), entrambi difesi dall'Avv. Lorenzo D'Angelo (DNG LNZ 68H16 E372O) del Foro di Vasto;
- Domenico AQUILANO (QLN DNC 53B22 C428N), difeso dall'Avv. Antonio Marcello Boschetti (BSC NNM 66H11 I148I) del Foro di Vasto;
- Antonio CIERI (CRI NTN 47S07 C428C), difeso dall'Avv. Pierpaolo Andreoni (NDR PPL 66L16 F205U) del Foro di Vasto.
FATTO
1. Con l’atto di citazione in epigrafe la Procura chiede la condanna dei convenuti (nella loro rispettiva qualità di: sindaco, il signor Rodrigo Cieri; assessori, i signori Martin Heinz Felice e Giampiero Aquilano; responsabile dell'Ufficio tecnico, il signor Antonio Cieri; progettista e direttore dei lavori di opera pubblica, il signor Domenico Aquilano; tutti in rapporto di servizio con il Comune di Celenza sul Trigno all’epoca dei fatti contestati) al risarcimento di un danno stimato in complessivi euro 77.223,00 conseguente alla vendita del “blocco C” dell'ex convento di San Donato (denominato “il Chiostro”) da parte del Comune alla società cooperativa per azioni Samidad Onlus.
In particolare, la Procura ritiene che l'operazione in parola sia stata dannosa sotto tre concomitanti profili: 1) irragionevole rateizzazione del prezzo in trenta rate semestrali dell'importo di euro 2.000,00 ma senza alcun aggravio di interessi a carico di Samidad; 2) irragionevole pattuizione di un prezzo di vendita di soli euro 90.119,76 a fronte di un valore dell'immobile di gran lunga superiore, stimabile tra i 280.000,00 e i 328.000,00 euro; 3) irragionevole ed illegittimo impiego di finanziamenti pubblici per lavori eseguiti sull'immobile successivamente alla cessione alla società privata Samidad. Ne deriva un danno, in capo all'amministrazione comunale, stimabile nei seguenti importi: 1) euro 17.223,23 per interessi legali non computati sul prezzo di vendita corrisposto ratealmente; 2) euro 30.000,00 (valutato equitativamente) per differenziale tra il valore del bene e il prezzo di vendita; 3) euro 30.000 pari alla quota di finanziamento pubblico destinata all'effettuazione di lavori sul bene già ceduto alla cooperativa privata.
L’istruttoria svolta dal Pubblico Ministero ha tratto spunto da una circostanziata denuncia, versata in atti, redatta dal nuovo Sindaco in carica, anche alla luce delle indicazioni fornitegli dal legale di fiducia dell'ente in apposito parere.
 Nella citazione si ricostruisce l’operazione in discorso, soffermandosi in particolare, tra le altre, sulle  seguenti due deliberazioni della Giunta Comunale:
-           delibera di Giunta n. 61 del 24.10.2006, avente ad oggetto la «approvazione schema di convenzione per concessione in gestione alla cooperativa sociale p.a. Onlus SAMIDAD con sede in Lanciano dell'immobile adibito a R.S.A.» (segnatamente, con la delibera erano fissate le condizioni per la concessione in gestione dell'intero immobile successivamente al trasferimento alla Samidad del relativo blocco “C”, già deliberato dal Consiglio Comunale con delibera n. 11 del 24.01.2006);
-           delibera di Giunta n. 11 del 12.02.2007, avente ad oggetto «lavori di ampliamento R.S.A. Contributo Regione Abruzzo L.R. 6/2005 erogato alla C.M.A.V. “Interventi di sistemazione ad opere pubbliche di interesse comunitario nei Comuni di Celenza sul trigno e Castiglione M.M.” Affidamento incarico per l'importo di € 150.000,00» (segnatamente, con la delibera era incaricato l'arch. Domenico Aquilano di progettare i lavori di sistemazione della R.S.A. come richiesto al Comune dalla Comunità Montana Alto Vastese, in relazione alla disponibilità del contributo concesso dalla Regione alla Comunità Montana e messo a disposizione da quest'ultima per l'ampliamento della R.S.A.).
Soggiunge la Procura Regionale che per gli stessi fatti sono stati rinviati a giudizio dinanzi al Tribunale di Vasto il Sindaco Cieri e il progettista Aquilano, accusati di aver commesso il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, avendo concorso, secondo il Pubblico Ministero penale, a trarre in inganno l'amministrazione circa la natura pubblica (anziché privata) dell'immobile al quale era destinato un finanziamento pubblico di euro 150.000.
Ad avviso del Pubblico Ministero contabile, “emerge nella vicenda in parola una responsabilità amministrativa per colpa grave degli amministratori incolpati (...), stante l’oggettiva presenza di un danno patrimoniale diretto per il bilancio comunale”. Al riguardo, nella citazione si deduce, tra l'altro, che:
-           è un evidente fatto obiettivo che sul debito rateizzato per la vendita di una porzione di immobile pubblico di 140 mq non sia stato applicato alcun interesse, perlomeno al tasso legale, così come è un fatto oggettivo ed evidente che sono stati finanziati con il carico sul pubblico bilancio lavori destinati al miglioramento della parte privata dell’immobile; questi fatti, osserva la Procura, trovano conferma nell’iniziativa assunta dalla Regione Abruzzo e dalla Comunità montana nella revoca, con conseguente perdita per il Comune, dei finanziamenti pubblici erogati e non usati interamente su beni pubblici;
-           inoltre, nella procedura di vendita è stata del tutto assente la valutazione economica del bene da cedere da parte dell’amministrazione comunale;
-           tutto ciò emerge, senza possibilità di contraddittorio, dalla valutazione dell’immobile ceduto riportata sui bilanci della SAMIDAD: infatti, alla voce Immobilizzazioni materiali (terreni e fabbricati) del bilancio di esercizio al 31.12.2007 era registrato l'importo di € 95.959,00, di cui € 90.119,76,00 corrispondevano al valore di acquisto del cd. blocco “C”, mentre al 31.12.2008 il bene era stato rivalutato di ben 190.000,00 euro, sulla base di una perizia iniziale di euro 328.000,00 poi rivista in diminuzione dal collegio sindacale della stessa Samidad;
-           sostanzialmente, la Procura regionale non contesta ai convenuti la scelta di vendere una quota dell’immobile a una cooperativa privata, ma contesta la modalità irragionevole del procedimento seguito, perché privo di una preliminare valutazione del bene, perché privo dell’addebito all’acquirente della quota interessi e perché la cessione del bene non ha seguito una procedura di gara che avrebbe consentito anche la possibilità di cedere il medesimo bene a un prezzo più conveniente;
-           in ragione dell’utilizzazione del finanziamento pubblico per il miglioramento di un immobile acquisito da una parte privata, la Comunità Montana Alto Vastese ha revocato al Comune il finanziamento a suo tempo erogato; quest’ultima ipotesi, si osserva in citazione, “quando accadrà, aumenterà ancora di più il pregiudizio finanziario per l’ente locale, il quale si vedrà sottrarre finanziamenti pubblici che dovevano essere utilizzati per il proprio territorio”.
2. Si sono costituiti in giudizio tutti i convenuti, con il patrocinio dei legali indicati in epigrafe, concludendo per il rigetto della domanda della Procura con refusione delle spese di lite, o comunque per la declaratoria di inammissibilità, improcedibilità o infondatezza degli addebiti, ovvero ancora, in via subordinata, per la massima riduzione degli addebiti. In via istruttoria, è stata anche chiesta l'integrazione del contraddittorio con i consiglieri comunali che hanno assunto la delibera n. 3 del 24.01.2006 (concernente l'alienazione della porzione immobiliare in giudizio) oltre che con il Segretario comunale all'epoca in servizio, con il Sindaco subentrante all'amministrazione Cieri e con il Presidente della Comunità Montana che ha approvato il progetto di ampliamento e il relativo finanziamento.
Nel merito, con ampia disamina della fattispecie, in fatto e in diritto, le difese di tutti i convenuti convergono, in estrema sintesi, nel porre in risalto i seguenti elementi:
-           il piano di rateazione oggetto di contestazione comprende gli interessi, come si evince dal prospetto allegato alla delibera del consiglio comunale n. 3 del 2006;
-           il prezzo di cessione della porzione immobiliare è ampiamente congruo alla luce: a) dei valori rilevati dall'Agenzia del Territorio; b) della perizia giurata di stima dell'Ing. Masciulli, depositata in atti; c) delle condizioni dell'immobile al momento della cessione (al rustico, da completare); d) della finalizzazione della porzione al servizio di R.S.A. proprio della restante parte della struttura, cui era di fatto e di diritto vincolata ed asservita la porzione ceduta;
-           la cessione del 20% dell'ampliamento della struttura alla Samidad si era resa necessaria per riconoscere formalmente alla stessa la rilevante compartecipazione finanziaria alla realizzazione della R.S.A. (commisurata alla stessa percentuale);
-           nessun danno si è verificato per l'amministrazione comunale, anche in considerazione dei finanziamenti ottenuti e dell'opera realizzata;
-           in ogni caso, non può ignorarsi il forte beneficio economico, sociale, occupazionale per l'intera collettività amministrata;
-           non sussiste il nesso causale tra evento contestato e condotta dei convenuti, posto che l'intervento di ampliamento della struttura e la connessa richiesta di finanziamento poteva essere rimodulata dopo l'emanazione della delibera di Giunta regionale; infatti la richiesta di finanziamento e il progetto di ampliamento sono antecedenti all'emanazione dei criteri di finanziabilità dei progetti; ad ogni modo, la Giunta Cieri era già cessata al momento della realizzazione concreta dell'intervento, addebitabile quindi alla Giunta successiva la quale, pur potendo, non ha intrapreso nessuna azione per scongiurare il prodursi del danno oggi in contestazione;
-           la cessione dell'immobile e le relative condizioni erano state stabilite dal Consiglio Comunale con delibera n. 3 del 2006, non dagli odierni convenuti, i quali non hanno peraltro neppure partecipato a tutte le deliberazioni di Giunta oggetto di contestazione.
I convenuti hanno quindi concluso per la inammissibilità, improcedibilità ed infondatezza degli addebiti, per il proscioglimento nel merito non sussistendo gli elementi costitutivi dell'illecito (né il danno, né il nesso causale, né la condotta dolosa o gravemente colposa) o in subordine per la rettifica in diminuzione del danno stesso, con attribuzione parziaria ai singoli convenuti e con esercizio del potere di riduzione equitativa dell'addebito. In via istruttoria, è stata chiesta l'integrazione del contraddittorio con i consiglieri comunali (che adottarono la citata delibera n. 3 del 2006), dell'ex Segretario Comunale dott.ssa Conti, del Sindaco Venosini (subentrato al Cieri) e del Presidente della Comunità Montana (signor Piluso).
3. All'udienza pubblica del 17 ottobre 2012, udito il Giudice relatore, sono intervenuti, come da verbale, il Pubblico Ministero in persona del Vice Procuratore Generale Massimo Perin e gli Avv.ti Antonio Marcello Boschetti, Lorenzo D'Angelo e Pierpaolo Andreoni per i convenuti.
In sede di interrogatorio libero, tra l'altro, i legali di parte convenuta hanno precisato: che nella somma complessiva di novantamila euro, pattuita per la cessione del “blocco C” dell'immobile, sono ricompresi interessi passivi stimabili in circa 13.800 euro (o in somma inferiore), secondo un calcolo pro rata della quota di compartecipazione della Samidad alla realizzazione del piano di ampliamento dell'immobile; che sulla vicenda è tuttora pendente, oltre al procedimento penale indicato in citazione (che risponde, per la precisione, al n. 42/2009  N.R.R.G. e al n. 125/09 R.G. G.I.P.), anche un procedimento civile che vede coinvolti, a vario titolo, il Comune di Celenza, la Comunità Montana e la Samidad, per la regolazione dei relativi rapporti obbligatori; che nel procedimento penale non è stata depositata una perizia del Pubblico Ministero sul valore dell'immobile alienato dal Comune di Celenza a Samidad (pur indicata verosimilmente per errore materiale nel decreto che dispone il giudizio).
Dopo ampia discussione orale, in esito alla quale tutte le parti hanno confermato le proprie conclusioni, la causa è stata trattenuta in camera di consiglio per la decisione.
DIRITTO
I. Questa Corte è chiamata a giudicare della responsabilità della Giunta municipale (Rodrigo Cieri, Giampiero Aquilano, Martin Heinz Felice), del responsabile dell'Ufficio tecnico (Antonio Cieri) e del progettista nonché direttore dei lavori di un'opera pubblica (Domenico Aquilano), tutti in rapporto di servizio con il Comune di Celenza sul Trigno, in relazione ad un'operazione di cessione immobiliare intercorsa tra il Comune medesimo e la cooperativa sociale per azioni “Samidad” Onlus. In particolare, nell'ambito dell'operazione in discorso, il Comune ha ceduto alla cooperativa una porzione (il c.d. “blocco C”) di un più vasto complesso immobiliare (il c.d. “Chiostro”, vale a dire l'ex convento di San Donato), utilizzato come Residenza Sanitaria Assistenziale. L'originario immobile, infatti, era stato ristrutturato ed aveva formato oggetto di successivi interventi di ampliamento, con la compartecipazione finanziaria della cooperativa privata Samidad Onlus e di altri soggetti pubblici, secondo quanto minuziosamente descritto negli atti di causa; la cessione, per la parte corrispondente a circa un quinto, della superficie dell'ampliamento dell’intero complesso immobiliare aveva consentito al Comune, nella prospettazione difensiva, di acquisire risorse finanziarie per completare il complesso immobiliare stesso e di assicurare alla collettività il rapido avvio dell’operatività della residenza.
Come già esposto nella precedente parte in “fatto”, la Procura ritiene che l'operazione in parola sia stata dannosa, sotto tre concomitanti profili: 1) irragionevole rateizzazione del prezzo in trenta rate semestrali dell'importo di euro 2.000,00 ma senza alcun aggravio di interessi a carico di Samidad; 2) irragionevole pattuizione di un prezzo di vendita di soli euro 90.119,76 a fronte di un valore dell'immobile di gran lunga superiore, stimabile tra i 280.000,00 e i 328.000,00 euro; 3) irragionevole ed illegittimo impiego di finanziamenti pubblici per lavori eseguiti sull'immobile successivamente alla cessione alla società privata Samidad. Ad avviso della Procura l'operazione ha causato un danno, in capo all'amministrazione comunale, stimabile nei seguenti importi: 1) euro 17.223,23 per interessi legali non computati sul prezzo di vendita corrisposto ratealmente; 2) euro 30.000,00 (valutato equitativamente) per differenziale tra il valore del bene e il prezzo di vendita; 3) euro 30.000 pari alla quota di finanziamento pubblico destinata all'effettuazione di lavori sul bene già ceduto alla cooperativa privata.
I convenuti sostengono invece che l'operazione sia stata altamente vantaggiosa per il Comune, avendo ottenuto la ristrutturazione e l'ampliamento di un immobile di grande pregio, ampliamento rimasto nella proprietà pubblica per l'82% circa, grazie non solo al finanziamento pubblico, ma anche alla forte compartecipazione della cooperativa (la quale avrebbe speso circa euro 400.000 per l'iniziale adeguamento della residenza, oltre ad euro 30.000 per il primo ampliamento, euro 90.119,76 per l'acquisto del “blocco C”,  euro 183.000 per ulteriori lavori, senza contare che sulle porzioni immobiliari rimaste di proprietà pubblica la cooperativa continua a pagare un canone di concessione di euro 20.000 annui); a ciò va aggiunto il beneficio sociale, occupazionale, economico, culturale derivante dall'attività sanitaria assistenziale proficuamente svolta nella struttura di nuova creazione.
II. Ciò posto, dalla ricostruzione dei fatti risultante dagli atti e documenti versati in giudizio e dalle precisazioni fornite dalle parti anche in udienza, possono trarsi, tra l'altro, i seguenti elementi:
-           la superficie totale del complesso immobiliare dell'ex convento è aumentata, con gli ampliamenti, di circa mq 780 (v. perizia dell'Ing. Masciulli, di parte convenuta), di cui circa mq 140 (corrispondenti al “blocco C”) alienati alla Samidad per il prezzo di euro 90.119,76;
-           il prezzo di cessione del “blocco C”, secondo quanto dichiarato in udienza dai legali di parte convenuta, sarebbe da intendersi comprensivo di una “quota interessi” stimabile, secondo un calcolo pro rata, in euro 13.800 (per cui il prezzo di vendita del “blocco C”, al netto degli interessi di rateazione, ammonterebbe ad euro 76.320); secondo un diverso calcolo pro rata, pure prospettato dai legali in udienza, la quota interessi andrebbe determinata in euro 11.350, secondo la proporzione 57.747 : 305.297 = x : 60.000 (ragguagliando, cioè, la somma di 60.000 euro, oggetto di pagamento rateale da parte di Samidad nei confronti del Comune, al rapporto tra quota interessi e somma delle rate del mutuo di euro 247.550 acceso dal Comune per finanziare l'originario ampliamento della struttura, sulla base dei dati ricavabili nel prospetto allegato alla citata delibera n. 3 del 2006); secondo quest'ultimo calcolo, il prezzo di vendita, implicitamente comprensivo di interessi passivi a carico di Samidad, sarebbe quantificabile in euro 78.770;
-           la restante parte del complesso immobiliare (circa 640 mq) è stata comunque concessa in gestione alla Samidad fino al 2032, come da delibere di Giunta n. 61 del 24 ottobre 2006 e n. 13 del 22 febbraio 2007;
-           v'è controversia sul valore attribuibile al “blocco C” al momento della cessione; certo e incontestato è che il blocco in parola, alienato a Samidad, ha avuto un costo di costruzione non inferiore ad euro 84.226,20 (secondo la stima di parte convenuta dell'Ing. Masciulli), e che in base alla quotazione media minima UTE all'epoca applicabile (attestantesi intorno alla somma di euro 500,00/mq) il prezzo sarebbe stimabile in euro 70.000; applicando invece il valore medio massimo dell'UTE (circa euro 750,00/mq) il prezzo sarebbe di euro 105.000; secondo la stima del Collegio Sindacale della Samidad il valore congruo da appostare in bilancio era di euro 280.000 circa; utilizzando la stessa metodologia di stima, come rettificata dalla difesa dei convenuti, l'importo sarebbe invece di euro 123.000;
-           pende una controversia, dinanzi al Giudice civile, volta a regolare i rapporti tra il Comune di Celenza, la Comunità Montana e la Samidad, attinenti anche al rimborso in favore della Comunità Montana, da parte del Comune e di Samidad, dei finanziamenti relativi al secondo progetto di ampliamento e completamento del complesso immobiliare;
-           pende, come esposto, un giudizio penale volto a chiarire se il Sindaco Cieri e il progettista Aquilano abbiano, in concorso tra loro, tratto in inganno l'amministrazione pubblica circa la destinazione di un finanziamento pubblico di euro 150.000 alla realizzazione di un immobile privato (nella specie, il blocco C).
III. Non può negarsi la natura meritoria dell'intero progetto di recupero ed ampliamento dell'ex convento, per crearvi una Residenza Sanitaria Assistenziale, progetto effettivamente realizzato con evidenti benefici per la collettività non solo del Comune di Celenza, ma dell'intera Comunità montana. Molteplici sono, tuttavia, gli aspetti di perplessità sull'intera vicenda, efficacemente compendiati negli esposti  inviati all'autorità giudiziaria e versati nel fascicolo processuale. Di seguito, se ne richiamano soltanto alcuni.
Invero, non risulta che la cooperativa Samidad sia stata, fin dall'origine, individuata quale gestore del “Chiostro” sulla base di una qualche procedura selettiva o comparativa basata su offerte o progetti. Né, a seguire, il progressivo sempre maggiore coinvolgimento finanziario ed operativo della società nell'ampliamento del complesso immobiliare (fino ad acquisirne in proprietà una porzione, pari a circa un quinto, assicurandosene la concessione venticinquennale sulla restante parte) sembra rispondere ad un previo disegno basato sulla trasparenza delle procedure e sulla selezione del partner privato.
Desta poi stupore la clausola, inserita nel contratto di concessione in gestione approvato dalla Giunta con la citata deliberazione n. 61 del 2006 (art. 3) con formulazione assai diversa e più ampia rispetto a quella presente nel precedente contratto (approvato con deliberazione el Consiglio Comunale n. 55 del 27 novembre 1999), secondo cui il Comune (concedente), oltre a garantire e conservare al concessionario (Samidad) la gestione dell'immobile concesso fino all'anno 2032, salvo proroghe, “si impegna, inoltre, a trasferire al concessionario eventuali sovvenzioni o contributi di legge relativi sia alla gestione dell'immobile per il servizio pubblico cui lo stesso è finalizzato ed ai quali il concessionario non possa direttamente accedere (resteranno esclusi da tale obbligo quei contributi o finanziamenti trasferiti al concedente per la manutenzione straordinaria) sia ai contributi o finanziamenti provinciali, regionali, nazionali ed europei riguardanti il progetto di ampliamento della struttura, in corso”. Si tratta, infatti, di una clausola di portata talmente ampia, nella sua infelice formulazione, da poter ingenerare perfino dubbi su una possibile illiceità della causa, salva un'interpretazione adeguatrice volta a ricondurre la previsione a diritto.
Deve, ancora, rilevarsi che con la deliberazione del Consiglio comunale n. 16 in data 15 luglio 2005 (secondo quanto fatto palese nelle premesse della successiva delibera di Giunta n. 61 del 24 ottobre 2006) si era inizialmente deliberato “di cedere (...) alla Samidad, gestore della RSA (...), il 20% del valore del progetto di ampliamento della Residenza Sanitaria, nella definitiva misura monetaria che sarà accertata al termine delle opere, e a seguito del certificato di collaudo e regolare esecuzione”. Successivamente, con deliberazione del Consiglio comunale n. 3 del 24 gennaio 2006, si decideva piuttosto di alienare immediatamente alla Samidad una quota pari al 15% dell'ampliamento in corso di realizzazione, corrispondente a circa 140 mq, sulla base di un prezzo fissato ex ante in euro 90.119,76 (in mancanza di ogni stima e motivazione sul criterio di determinazione del prezzo, viene da pensare che esso sia stato commisurato tout court al 15% del costo complessivo dell'ampliamento, inizialmente ipotizzabile per l'appunto in euro 600.000 circa, secondo una stima peraltro rivelatasi non realistica già prima della cessione).
Per inciso, cade opportuno rimarcare come l'acquisto del terreno su cui realizzare l'ampliamento, benchè di valore modesto (meno di tremila euro) fosse stato a suo tempo preceduto da un apposito parere dell'UTE (v. la scrittura privata di cessione volontaria del 2 aprile 1997), mentre un analogo accorgimento non è stato utilizzato per la determinazione del presso di cessione del blocco C, in discorso, a dispetto della maggior rilevanza economica dell’operazione.
IV. Tutto ciò premesso, pur dando atto che i documenti di causa possono prestarsi a diverse “chiavi di lettura” ed intendendo perciò questa Corte, in mancanza di elementi certi di segno opposto e nell’ambito del proprio prudente apprezzamento, prestar fede in linea di principio alle difese dei convenuti (per la gran parte supportate dalla pertinente documentazione), appaiono comunque insuperabili le contestazioni del Pubblico Ministero in ordine alla effettiva congruità del prezzo di cessione.
Va premesso, al riguardo, aderendo in ciò alla prospettazione difensiva, che il prezzo di cessione del “blocco C”, ancora in fase di costruzione e destinato al completamento della residenza, stante la peculiarità dell’operazione e il contesto in cui essa veniva a collocarsi, potesse discostarsi, non irragionevolmente, dal mero valore “di mercato” e potesse essere valutato secondo criteri “non lucrativi” (ad esempio, non al valore di “mercato”, ma al “costo”), tenendo a mente che lo scopo della cessione non era la realizzazione di un profitto (come sarebbe stato per una impresa) bensì la realizzazione di una Residenza Sanitaria. Ragioni di prudenza impediscono, sotto altro profilo, di accogliere la stima di valore della Procura, basata unicamente sull'appostazione dell'immobile nel bilancio Samidad, senza tenere nella dovuta considerazione la circostanza per cui la Samidad stessa, come documentato dai convenuti con il deposito in giudizio di tutte le fatture pagate dalla cooperativa medesima, ha sostenuto nell'immobile spese ulteriori rispetto al prezzo di acquisto del blocco C (per ascensori, porte antincendio, sistemi di sicurezza, cartellonistica, cablature, impiantistica, copertura del solaio, ecc.) per un importo documentato di circa 180.000 euro, in linea di principio valutabili ai fini della relativa patrimonializzazione in bilancio, ma non incidenti sul valore del bene al momento della cessione.
Fatta questa doverosa premessa, però, anche accogliendo l'assunto difensivo per cui nel prezzo di euro 90.119,76 erano in realtà già compresi interessi di rateazione per euro 11.350 (secondo uno dei due calcoli pro rata propugnati in udienza, accolto nella misura maggiormente favorevole ai convenuti), emerge una stima del valore della cessione pari ad euro 78.770,00. Ma è evidente l'irragionevolezza di questo importo, sol che si consideri che il costo di costruzione del blocco C, come quantificato ex post dallo stesso perito dei convenuti, si attestava sull'importo di euro 84.226,20 (peraltro con un'imputazione analitica dei costi di cantiere verosimilmente incompleta e comunque da sottoporre ad attenta verifica, potendosi presumere, dalla lettura completa degli atti di causa, l’esistenza di ulteriori costi, formalmente sostenuti da Samidad ma successivamente recuperati mediante “trasferimento” di finanziamenti pubblici, salvo l’esito del contenzioso civile tuttora in corso). Il che significa che il blocco C è stato alienato ad un prezzo addirittura inferiore al costo vivo di costruzione dell'opera, cioè sicuramente in perdita per oltre 5.000 euro. Ciò con una valutazione oggettiva, compiuta ex post, verosimilmente sottostimata.
Alle stesse conclusioni si perviene, sostanzialmente, anche con una valutazione ex ante, mediante un calcolo elementare, che chiunque avrebbe potuto effettuare senza bisogno di stime professionali, basato sul rapporto tra la superficie del blocco C (mq 140) e l'estensione dell'ampliamento (mq 780), pari al 18% circa. Ebbene, va considerato che il costo stimato dell'opera si attestava almeno sull'importo di euro 650.00 circa (importo poi rivelatosi, peraltro, anch’esso irrealistico, per difetto) determinato dalla somma di euro 455.000 (progetto iniziale cofinanziato), di euro 150.000 (finanziamento della Comunità Montana), di euro 40.000 (finanziamento della Soprintendenza), di euro 2.187  (costo del terreno). Il 18% del costo dell'ampliamento (da cedere a Samidad) era quindi stimabile, ex ante, almeno in euro 117.000, somma evidentemente superiore all'apporto finanziario complessivo fornito da Samidad, al netto degli interessi di rateazione (euro 90.119,76 pagati per l’acquisto del blocco C, cui vanno sottratti euro 11.350 imputabili ad interessi e cui vanno prudentemente aggiunti, a tutto favore dei convenuti, euro 30.000 già versati in occasione del primo ampliamento, pervenendo ad un importo di euro 108.770), con una differenza di euro 8.230,00 (che, come tale, può essere considerata voce di danno risarcibile).
Quest’ultima valutazione, in mancanza di stime professionali, costituisce infatti un parametro di riferimento minimale cui ragionevolmente avrebbero dovuto attenersi gli amministratori e il tecnico comunale. Né convincono i riferimenti delle parti convenute ad un asserito scarso pregio del “blocco C”, per le ragioni indicate nella perizia di parte, anche in ragione del vincolo di asservimento all’intero complesso, nel tentativo di sminuire il valore dell’immobile, considerando che si trattava pur sempre di una nuova costruzione, dotata di giunti tecnici antisismici e concepita secondo moderni criteri progettuali, facente parte integrante di un complesso immobiliare di particolare pregio anche storico-artistico e di importanza strategica per la proficua conduzione dell’attività assistenziale dell’intera struttura.
Va quindi accolta la domanda della Procura, nei termini dinanzi esposti, limitatamente alla voce di danno afferente la congruità del prezzo di alienazione del blocco C dal Comune alla Samidad (restando assorbita, per le considerazioni fin qui svolte, la questione degli interessi di rateazione).
V. Il danno in questione, liquidabile equitativamente in complessivi euro 9.600 (pari all’importo di euro 8.230,00 maggiorato di rivalutazione monetaria fino alla data della presente sentenza), oltre interessi legali dalla sentenza al saldo, deve essere senz'altro addebitato, a titolo di colpa grave, alla Giunta Comunale all'epoca in carica, nella sua qualità di organo esecutivo del Comune in quegli anni, sostanziale artefice dell’operazione, presente e votante in seno al Consiglio Comunale che infine deliberò l'operazione di cessione e il relativo prezzo (delibera n. 3 del 2006, citata). E' infatti connotato da intrinseca, grave imprudenza e negligenza il comportamento dell'amministratore che induca il Consiglio comunale ad approvare una cessione immobiliare senza avere preventivamente acquisito informazioni o stime attendibili sul valore dell'immobile.
Per gli stessi motivi, il danno in parola va addebitato anche al responsabile dell'Ufficio Tecnico, il quale ha rilasciato parere favorevole sulla deliberazione in parola, nonostante le incongruenze in discorso, ed ha poi sottoscritto il conseguente contratto senza attivarsi a tutela dell'ente locale di appartenenza.
Trattandosi di responsabilità colposa, vige il criterio della parziarietà, sicché il risarcimento può essere imputato ai quattro convenuti in parti uguali, vale a dire nella somma di euro 2.400,00 (duemilaquattrocento/00) ciascuno.
Ovviamente, la voce di danno in esame non riguarda il progettista e direttore dei lavori signor Domenico Aquilano, il quale non può che essere stato chiamato in giudizio, all'evidenza, per la sola voce di danno concernente la destinazione del finanziamento pubblico ad un bene privato, non avendo preso parte alcuna nella procedura di vendita del blocco C dal Comune alla Samidad.
VI. Non può accogliersi la domanda della Procura riguardante la posta di danno connessa alla destinazione di un finanziamento pubblico alla ristrutturazione di un immobile, almeno in parte, privato.
Al riguardo, in disparte ogni considerazione in merito alla procedibilità della domanda e all'attualità del danno (in ragione della revoca del finanziamento e del conseguente contenzioso in sede civile, per tacere del procedimento penale pendente), è dirimente rilevare che la specificazione dei criteri di finanziabilità delle opere, con esclusione dei beni privati (come puntualmente argomentato dai convenuti, alle cui difese può farsi rinvio), si è avuta solo dopo l'esplicarsi delle condotte in contestazione, sicché ciò esclude, in radice, la connotazione in termini di gravità della colpa.
VII. Nelle considerazioni fin qui svolte restano assorbite, in quanto irrilevanti ai fini del decidere, le istanze di integrazione del contraddittorio con la chiamata in causa di altri soggetti il cui ruolo appare manifestamente estraneo rispetto alla materia del contendere ovvero il cui elemento psicologico già prima facie non appare connotato in termini di gravità.
La valutazione prudente e minimale della voce di danno risarcibile, rispetto alla pur plausibile ricostruzione della Procura, induce infine il Collegio a non avvalersi del potere di riduzione equitativa dell’addebito.
VIII. La reciproca soccombenza è motivo di compensazione delle spese di giudizio nei confronti dei signori Rodrigo Cieri, Martin Heinz Felice, Giampiero Aquilano e Antonio Cieri.
Al convenuto signor Domenico Aquilano - in quanto prosciolto con sentenza nel merito – spetta invece il ristoro delle spese defensionali ai sensi del combinato disposto dell’art. 3, co. 2-bis, del decreto-legge 23 ottobre 1996, n. 543 (convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 1996, n. 639) e dell’art. 18 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67 (convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135), come interpretati dall’art. 10-bis, co. 10, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203 (convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248), a sua volta modificato dall'art. 17, comma 30-quinquies, del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78 (convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102).
Ciò posto: visto l'art. 9 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27; visto il conseguente regolamento adottato con decreto del Ministro della giustizia 20 luglio 2012, n. 140, e l'annessa Tabella A; tenuti in considerazione, ai sensi dell'art. 4, commi 2 e 3, e dell'art. 11 del citato decreto n. 140 del 2012, il valore della lite (determinabile, ai sensi dell'art. 5, in misura pari alla somma di condanna chiesta a carico del convenuto, nella specie  inferiore ad euro venticinquemila) nonché l’attività difensiva concretamente svolta (nella specie: studio della causa, produzione della memoria difensiva e relativa discussione in udienza); tenuto a mente che qualora un avvocato difenda più persone con la stessa posizione processuale il compenso, unico, può essere aumentato fino al doppio (art. 4, comma 4); rilevato che le soglie numeriche indicate, anche a mezzo di percentuale, sia nei minimi che nei massimi, per la liquidazione del compenso, nel citato decreto n. 140 del 2012 e nelle tabelle allegate, in nessun caso sono vincolanti per la liquidazione stessa (art. 1, comma 7); rilevato altresì che il giudice può sempre diminuire o aumentare ulteriormente il compenso in considerazione delle circostanze concrete (art. 11, comma 1); tenuto infine a mente che i compensi liquidati in sede giurisdizionale comprendono l'intero corrispettivo per la prestazione professionale, incluse le attività accessorie alla stessa, salve le spese da rimborsare secondo qualsiasi modalità e gli oneri e contributi dovuti a qualsiasi titolo;  tutto ciò premesso e considerato, le spese defensionali ritenute congrue ai fini del rimborso in favore del signor Domenico Aquilano, da parte del Comune di Celenza sul Trigno (amministrazione “di appartenenza”), sono liquidate nella somma onnicomprensiva di euro 800,00 (ottocento/00), oltre alla maggiorazione per oneri fiscali e previdenziali, come per legge.
PER QUESTI MOTIVI
La Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per la regione Abruzzo, con pronuncia definitiva,
CONDANNA
i signori Rodrigo Cieri, Martin Heinz Felice, Giampiero Aquilano e Antonio Cieri al risarcimento della somma di euro 9.600,00 (novemilaseicento/00), oltre interessi legali dalla presente sentenza al saldo, in favore del Comune di Celenza Sul Trigno;
LIQUIDA
le spese defensionali da rimborsarsi al signor Domenico Aquilano in euro 800,00 (800/00), oltre i.v.a. e c.p.a., con onere a carico del Comune di Celenza sul Trigno.
Le spese del giudizio sono, per il resto, compensate.
Così deciso in L’Aquila il 17 ottobre 2012.
Il Giudice estensore
F.to Gerardo de Marco
Il Presidente
F.to Martino Colella
Depositata in Segreteria il 16/11/2012
Il Direttore della Segreteria
(Dott.ssa Antonella Lanzi)