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Lista civica "Insieme per Celenza s. T."



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mercoledì 24 ottobre 2012

Raccolta differenziata e comuni virtuosi



In questi giorni, leggendo i giornali e ascoltando la TV, scopriamo che diversi comuni d’Italia sono in difficoltà nel conferire i propri rifiuti negli impianti di stoccaggio per loro previsti. Pare che le vasche di trattamento e i siti risultano essere saturi a causa di una grande mole di conferimenti e soprattutto perché vi è una scarsa aderenza alla raccolta differenziata.
Il rischio è che prima o poi questi comuni saranno costretti a trasportare i loro rifiuti in altri siti, magari fuori regione o addirittura fuori dall’Italia, come è già accaduto per alcune città italiane, con inevitabili disagi e aggravi sui bilanci comunali. Una situazione paradossale, che finirebbe per penalizzare anche i cittadini e i Comuni Virtuosi che da anni effettuano la raccolta differenziata raggiungendo le percentuali previste dalla legge.
Se ciò accadesse sarebbe l’ulteriore dimostrazione delle ingiustizie che si subiscono in questo paese, e ancora una volta saranno i Sindaci rispettosi delle istituzioni, che fanno il bene della loro comunità e hanno un alto senso dello Stato a dover pagare per gli errori commessi da altri e a dover rivedere i loro bilanci. Eppure, da anni la direttiva europea impone una gestione virtuosa ed “ambientalmente” sostenibile del ciclo dei rifiuti, stabilendo già nel preambolo che la priorità principale della gestione dei rifiuti deve essere la prevenzione e il riciclaggio di materiali.
Addirittura la legge nazionale stabilisce per i nostri comuni e città precisi obiettivi nella percentuale di raccolta differenziata da raggiungere, il 65% entro la fine del 2012. Continuando a conferire nei siti assegnati rifiuti riciclabili e rifiuti comuni si rischia prima o poi che questi esploderanno e a pagare il prezzo maggiore di questo scenario ipotizzato saranno soprattutto i piccoli Comuni Virtuosi, oggi già duramente colpiti e provati dai tagli voluti dalle finanziarie dei governi centrali e, non ultima dalla spending review.
Davanti a questi scenari ipotizzati i piccoli comuni non potranno quasi certamente sostenere maggiori costi per trasportare i loro rifiuti differenziati in altri siti, fuori regione, questo avrebbe un aggravio di spese con seri ripercussioni sui bilanci comunali.
Facciamo un esempio, prendiamo un piccolo comune d’Italia Celenza Sul Trigno. Da anni questa piccola comunità effettua la raccolta differenziata con successo superando il 65% richiesto dalla legge, grazie ad un mix perfetto di collaborazione, amministrazione/cittadini, uniti nel fare il bene comune, e nel rispetto delle istituzioni.
Nel caso questo piccolo comune dovesse conferire i suoi rifiuti in un sito diverso da quello assegnato, l’amministrazione sarebbe costretta a rivedere il suo bilancio a causa delle maggiori spese non previste per i costi del trasporto dei rifiuti in un sito diverso, magari fuori regione.
Quest’amministrazione si vedrebbe costretta a far quadrare i conti ed allora le strade da percorrere sarebbero due: la prima, tagliare qua e là nel bilancio, la seconda ipotesi sarebbe quella di aumentare i tributi locali.
Allora, prima che questo scenario si verifichi sarebbe il caso che si trovi il coraggio di cambiare rotta, percorrendone una nuova, fatta di un maggiore impegno e responsabilità. Non si possono penalizzare piccoli Comuni Virtuosi, sarebbe una situazione paradossale far pagare ai cittadini rispettosi delle istituzioni e ai Sindaci che hanno senso dello stato, gli errori di altri.
Ci auguriamo che questo faccia riflettere tanti bravi amministratori e cittadini perché se vogliamo evitare il rischio di collasso dei nostri piccoli comuni, e se vogliamo evitare che i nostri siti scoppino dobbiamo impegnarci tutti nella raccolta differenziata.

Daniele Leone

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