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Lista civica "Insieme per Celenza s. T."



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lunedì 8 luglio 2013

Sanità - Nuovi modelli per una nuova visione territoriale - Intervista al sindaco Venosini


DIMENTICATI DA TUTTI

Prima hanno chiuso l’ospedale di Gissi, poi ipotizzato la chiusura delle guardie mediche, i medici di famiglia di alcuni paesetti non verranno sostituti e, come se non bastasse, ora rimangono senza assistenza pediatrica anche i neonati e i bambini da 0 a 14 anni.
E’ un paradosso, nelle città c’è un sovraccarico di servizi mentre in molti piccoli paesi di montagna manca tutto o quasi. Manca il medico di famiglia che in alcuni comuni è presente solo alcuni giorni a settimana, mancano il pediatra, le guardie mediche, e tanti altri servizi come scuole, palestre, trasporti, biblioteche, piscine, ecc.. Ma veniamo al problema di attualità: tanti neonati e bambini di Torrebruna, Carunchio, Palmoli. Tufillo, San Giovanni Lipioni, Celenza sul Trigno, e pare anche Lentella e Fresagrandinaria, sono rimasti senza pediatra, e anche in questo caso la sospensione del servizio è il risultato di scellerate scelte compiute da una classe politica vecchia che, come dimostrato dal calo di presenze alle urne, non comprende e non tiene conto dei bisogni della gente, ma soprattutto evidenzia come i politici dei grossi centri influenzano le scelte che interessano le aree interne.
Il Direttore del Distretto di base di Gissi, dottor Fioravante Di Giovanni, è stato chiaro:
Cari amici sindaci, chi è causa del suo mal pianga se stesso. Questo taglio del servizio pediatrico non è da imputare alla ASL o alla Regione, ma semplicemente alla applicazione della norma sugli ambiti territoriali, e gli ambiti territoriali sono stati individuati dai comuni e dalla "politica" molti anni fa.
Già molti anni fa, sostenevo la necessità che bisognava fare di tutto perché l’ambito territoriale dell’Eas 25 rimanesse tale.”

Ci pare quindi di capire che una certa classe politica in passato ha commesso tanti errori, e oggi quelle scelte poco lungimiranti vengono pagate dai cittadini e subite da alcuni giovani sindaci che quotidianamente e da anni si battano come leoni per difendere i servizi delle aree interne. Il Dott. Di Giovanni ha inoltre rivolto l’invito a tutti gli amministratori a credere che non tutto è perduto, anzi che si può fare ancora molto, ma è necessario che i sindaci dei piccoli comuni lavorino uniti e si diano da fare, cosi come stanno già facendo alcuni sindaci come il sindaco Venosini di Celenza sul Trigno e il sindaco D’Isabella di Carunchio, giovani amministratori alle prime esperienze, espressione vera delle aspettative e delle necessità dei cittadini, non certo nomi imposti dalle segreterie dei partiti, ma sicuramente giovani amministratori che quotidiano si impegnano per fare il bene dei loro cittadini e del territorio.

Abbiamo chiesto ad uno di loro, il sindaco di Celenza sul Trigno Dott. Venosini, a capo di una lista civica, una delle tante sorte in questi anni nei paesini dell’alto vastese, come si può rimediare agli errori commessi dai politici e dai partiti del passato.
“Nelle città - sostiene Venosini - ci sono più bambini di quanti i pediatri o le scuole, gli asili, ecc., riescano a seguirne, tanto che esistono norme che stabiliscono il numero massimo dei bambini che una classe o un pediatra possa avere. Nei nostri piccoli comuni di montagna invece, aree disagiate e marginali dove il numero delle nascite è inferiore ai decessi e ai trasferimenti, e dove spesso è difficile formare le classi delle scuole o dell’asilo, ora tagliano persino il pediatra costringendo le giovane coppie che intendono aver figli, a trasferirsi sulla costa perché luoghi capaci di offrire ogni servizio ai loro bambini.
Fino ad oggi il pediatra che prestava assistenza ai nostri bambini per raggiungere un certo numero di assistiti faceva il “pediatra itinerante”, ossia girava in più paesini interni. Ecco, io faccio nuovamente appello al buon senso del Manager Dott. Zavattoro ed al Direttore Sanitario Dott. Flacco.
Cosa fare se non partire dalla nostra Carta Costituzionale che garantisce a tutti i cittadini sia se abitano a Vasto o San Salvo, sia se invece vivano a Celenza sul Trigno, Torrebruna, Carunchio, ecc., le stesse cure!
Non è possibile garantire un’assistenza 24 su 24 ma una forma di assistenza e cura deve essere prevista!
Il tutto secondo modelli nuovi che ormai vado ribadendo da tempo.
Servono modelli nuovi per le aree marginali ed in questo vogliamo essere un territorio in continua sperimentazione.
Il Sistema Sanitario deve garantire assistenza e cure a tutti sempre e comunque, perché questo è il principio stabilito dalla nostra Carta Costituzionale. Sono anni che faccio appello al buon senso dei sindaci dei comuni costieri e soprattutto di quelli limitrofi, nel rivedere la composizione degli ambiti e non solo.
Io come sindaco di Celenza non mi adeguo, sono stato votato dai miei concittadini per fare gli interessi di tutta la comunità e aggiungo, per lavorare per le aree interne. Noi dobbiamo compiere scelte non per interessi politici, ma per il bene dei nostri territori, per questo rinnovo l’invito ai sindaci dei comuni a noi vicini di lavorare uniti pensando anche alle future generazioni e al futuro dei nostri comuni. Non posso accettare come sindaco che in questa generale penuria di servizi si continui a litigare invece che unirci per far sentire la nostra voce contro i tagli.
Colgo l’occasione per rivolgermi agli Onorevoli, Dott. Amato, Dott. Castaldi, e ai sindaci di Vasto, San Salvo invitandoli a far sentire la loro voce in difesa dei nostri piccoli comuni.
Aiutataci a difendente i nostri diritti che sono sanciti dalla nostra Carta Costituzionale, aiutateci a garantire a tutti i cittadini pari opportunità e stesse condizioni. Che colpa hanno i neonati, i bambini, gli anziani, le donne e giovani che vivono a Celenza, Torrebruna, San Giovanni, Carunchio, ecc.?”

Come non condividere queste parole? E’ proprio vero, viviamo un paradosso: nelle città abbiamo tante possibilità, tanta abbondanza, ma anche tanti sprechi, mentre nei piccoli comuni i bambini, non hanno neanche il pediatra. Questo paradosso clamoroso deve svegliare le coscienze di tutti i politici. Quello che sta accadendo nei piccoli comuni dell’alto vastese è un fatto grave. E pensare che in altri paesi dell’Europa con un sistema sanitario vicino al nostro, il problema dei piccoli comuni non esiste perché lì i bambini sono in carico del medico che cura tutta la famiglia.
E pure in Italia, la pediatria ha una medaglia d’oro per l’assistenza e le cure che offre gratuitamente ai piccoli utenti.
Nuovi modelli per una nuova visione del territorio questo ci vuole prima che sia troppo tardi!

Intervista al sindaco Venosini a cura di Daniele Leone.

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