Perché i piccoli comuni di
montagna vivano, bisogna che la gente ci possa vivere, che ci possa lavorare e
avere i servizi di cui una comunità necessita. I piccoli paesi, presidio delle
aree economicamente marginali, si stanno spegnendo nel silenzio della politica.
Spesso sono lontani dai servizi e
dal lavoro, sono malserviti, diventano non vivibili, sopravvivono come ospizi.
La vivibilità di un piccolo paese è dettata da poche cose, il servizio
scolastico e sanitario, un ufficio postale e dei negozi. Dove non ci sono più
questi servizi, le persone sono costrette a spostarsi, a scendere a valle,
verso i centri costieri di Vasto e San Salvo. E come faranno gli anziani e chi
non ha un veicolo per spostarsi? Queste persone sono in difficoltà, ed ecco che
i paesi si spopolano. Eppure la presenza dei servizi di prima necessità sono
previsti dalla nostra Carta Costituzionale, la scuola, la guardia medica, il
pediatra, il medico di famiglia e la politica cosa fa?
Taglia servizi per risparmiare
risorse magari a favore dei centri costieri e per le città capoluogo.
Come fa un semplice cittadino ad
aprire un nuovo negozio, un’attività commerciale in un piccolo paese quando è
soggetto agli stessi pesi burocratici e fiscali che valgono per chi ha un
negozio nella città di Pescara, Chieti, Vasto e Lanciano? Una giovane coppia
che vuole costruire una casa in paese o ristrutturare un vecchio appartamento
ereditato dalla famiglia, è soggetta agli stessi pesi burocratici, deve pagare
l’IMU e la TARES come una famiglia di Pescara o Vasto, e sotto altre vesti si
ripropone lo stesso problema per l’agricoltura contadina in rapporto a quella
imprenditoriale e industriale. Allora, l’emergenza dei paesini che si spopolano
deve essere considerato un problema sociale in questa campagna elettorale di
maggio, la politica si deve impegnare per difendere i servizi e le attività
commerciali dei piccoli comuni che svolgono un ruolo sociale e di coesione.
I partiti e i candidati si devono
impegnare a lavorare ad un provvedimento che deve aiutare i piccoli negozi e le
attività facendo applicare una tassazione diversa rispetto a quelli dei centri
costieri come Vasto e San Salvo, ma soprattutto devono difendere la permanenza
dei servizi essenziali come la guardia medica, le scuole, i trasporti, ecc.. Prima
di prendere qualsiasi decisone, bisogna che la politica controlli le condizioni
della viabilità e la presenza dei trasporti pubblici nonché coinvolga i sindaci
nelle scelte. Questi sono solo alcuni dei punti su cui i cittadini che vivono
nelle aree interne del vastese chiedono con forza ai candidati alle elezioni
regionale di maggio di riflettere.
Daniele Leone
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