“La lontananza dei piccoli comuni
montani delle strutture ospedaliere è motivo di grave disagio per queste
comunità e di grande divario con i cittadini che vivono nei centri costieri e
nelle città capoluogo. Ai costi sociali si aggiungono quelli economici. Per i
cittadini dei paesini dell’alto vastese come Celenza sul Trigno, al disagio di
dover intraprendere lunghi e scomodi viaggi per poter godere del diritto
costituzionale ad essere curati, si aggiungono anche spese economiche” -
Sono parole su cui riflettere queste del sindaco di Celenza, Venosini, uno dei pochi sindaci che da tempo è
impegnato nella lotta per difendere i servizi sanitari dell’alto vastese, unica
amministrazione ad aver presentato ricorso al TAR e siamo sicuri, conoscendo il
combattivo sindaco, che se dovesse perdere la battaglia al TAR si rivolgerà al
Tribunale per i Diritti dei Cittadini di Strasburgo.
Uno dei pochi amministratori
impegnato a far comprendere alla politica e a far conoscere all’opinione
pubblica i danni che deriveranno dal taglio della guardie mediche. Quel che più
colpisce è il fatto che i tagli alla sanità vengono compiuti dal Commissario
alla Sanità in un momento di grave crisi economica e sociale del nostro paese e
in una fase in cui crescono i bisogni di cura e assistenza dei cittadini dei
paesini interni dell’alto vastese. Con i tagli voluti dal Commissario alla
Sanità si nega ai cittadini dei comuni delle aree interne il diritto a ricevere
gli stessi trattamenti sanitari che ricevono i cittadini che vivono nelle città
capoluogo e sulla costa della nostra regione.
“Il sistema sanitario così come
pensato, con i tanti tagli nelle aree interne del Vastese - continua il sindaco Venosini -
è inadeguato rispetto a quelle che sono le reali necessità dei cittadini, che
hanno invece bisogno di crescere e vivere nel proprio territorio, avendo in
cambio risposte sanitarie adeguate. Non è possibile che i cittadini che vivono
nei piccoli comuni dell’alto vastese si ritrovano con l’ospedale di Gissi
chiuso, il pediatra presente solo un’ora a settimana, il medico di famiglia in
alcuni comuni presente solo a giorni alterni, l’unica postazione del 118
distante dal mio comune, Celenza sul Trigno, oltre il tempo previsto dalla legislazione.
Perciò, quello che chiediamo al Commissario alla Sanità è una postazione di 118
sul territorio, il servizio di guardia medica, la presenza del pediatra più
giorni a settimana e la presenza a tempo pieno del medico di famiglia.
Chiedo al Commissario alla Sanità
ed alla politica tutta di fare un passo avanti rispetto al decreto, chiedo
l’impegno al mantenimento della guardia medica, in modo che si possa offrire ai
cittadini la possibilità di ricevere assistenza e cure e vivere dignitosamente
in questi luoghi. Il decreto taglia guardie mediche va rivisto perché non da
risposte ai bisogni dei cittadini. Ci auguriamo anche che il Manager, il Dott.
Zavattaro a seguito della circolare del Commissario alla Sanità del 10 gennaio
2014, riveda i tagli nel nostro territorio e organizzi l’emergenza e
l’assistenza sanitaria in modo che diagnosi, cure, assistenza e percorsi
terapeutici semplici possano essere trattati nei nostri presidi sanitari
periferici, ma soprattutto chiedo che prima di tagliare una guardia medica si
tenga in considerazione l’accordo stato regione sulla telemedicina.
E’ ipotizzabile, per i servizi
sanitari delle aree interne comunicare e scambiare dati attraverso la rete, con
i centri ospedalieri. Prima di tagliare le guardie mediche chiedo che venga
fornito ai cittadini un servizio capace di tutelare e difendere la vita delle
persone che vivono in piccoli centri come Celenza sul Trigno, bisogna offrire
loro la possibilità di usufruire di servizi specialistici nel distretto più
vicini alla propria residenza. Insisto nel chiedere l’uso nel nostro territorio
della tecnologie della telemedicina, in modo che quando il cittadino si rivolge
alla guardia medica, al medico di famiglia o al distretto di base, questi
possono inviare immagini radiologiche e cardiologiche e consentire all’utente
di avere risposte certe e veloci. Forse tutto questo non basterà a colmare il
divario oggi esistente, ma di sicuro avremmo un notevole risparmio economico
nei prossimi anni. I tagli alla sanità del vastese hanno aumentato le
disuguaglianze e le distanze tra i paesi dell’alto vastese e le città costiere,
non permettono ai cittadini dei paesi montani di vivere dignitosamente nei
propri paesini. Questi sono luoghi ricchi di cultura, di storia, di affetti e
di patrimoni da valorizzare e su cui bisogna investire. Quello che chiedo come
sindaco è che venga offerto ai cittadini maggiore opportunità di accesso ai
servizi sanitari, con la stessa rapidità che hanno i cittadini che vivono a
Teramo, Chieti, Pescara, Vasto, ecc.. Una guardia medica non può essere
considerata un servizio di lusso per pochi, ma un servizio in difesa della
salute dei cittadini che hanno deciso di vivere in paesini come Celenza sul Trigno,
San Giovanni Lipioni, Torrebruna, Castelguidone, ecc.. La politica è chiamata a
valorizzare i nostri servizi sanitari, non a tagliarli e questo non deve essere
solo un obbligo civile e morale verso i cittadini, ma deve essere una grande
battaglia di civiltà e di rispetto per i cittadini che hanno deciso di
continuare ad abitare in questi luoghi, mantenendoli vivi, pur tra grandi
difficoltà.
Dimenticarsi dei piccoli paesini
della nostra regione, significa dimenticarsi della nostra storia, delle nostre
tradizioni che fanno parte del patrimonio culturale della nostra regione.”
A cura di Daniele
Leone
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