Le critiche mosse a Sua Eccellenza il Vescovo, in merito al trasferimento del parroco della comunità, dimostrano una sola cosa, l’assoluta mancanza di idee e una scarsa disponibilità al dialogo e al confronto.
Proviamo a fare capire alla gente cosa si sta criticando, la nomina del nuovo parroco, compiuta da Sua Eccellenza il Vescovo.
E’ bene che i cittadini e soprattutto i cattolici, sappiano che le nomine o il trasferimento di un parroco sono previsti dal codice di diritto canonico e che al compimento del 75° anno di età il parroco è tenuto a consegnare le proprie dimissioni. A queste norme, dobbiamo ricordare per completezza di informazioni, i parroci fanno “promessa di obbedienza” al loro Vescovo che chiedono: “Prometti a me e ai miei successori rispetto e obbedienza?”.
Il parroco risponde “Sì, lo prometto”.
Questa sola risposta affermativa precede e sostanzia ogni altra decisione. E’ obbedienza totale che ciascun parroco deve al suo Vescovo. Anche in seminario i parroci vengono esercitati all’obbedienza in tutti i momenti formativi, attraverso una vita di comunione tra i seminaristi e di comunione gerarchica con i superiori. Dunque, le critiche rivolte a Sua Eccellenza il Vescovo per aver compiuto scelte secondo le norme del Diritto Canonico, non possono che destare in noi dubbi e perplessità, in quanto probabilmente l’obiettivo delle critiche è solo quello di continuare a seminare zizzania, dividere gli animi e distruggere i rapporti nella nostra comunità.
Questo è un film già visto!
Criticare le scelte di Sua Eccellenza non è un atto leale, così come la chiesa non deve entrare nel dibattito politico, la politica non deve entrare nelle scelte della chiesa. Detto ciò, siamo sicuri che i veri cattolici del paese, non vogliono partecipare alle strumentalizzazioni, anche perché è chiaro a tutti che il parroco deve obbedienza a Sua Eccellenza il Vescovo e a nessun altro.
Ricordiamo inoltre che contemporaneamente sono stati decisi dalla Diocesi altri trasferimenti di parroci di piccoli paesini delle aree interne dell’Abruzzo e della vicino Molise, scelte compiute con l’intento di promuovere quel cambiamento necessario sia la per Chiesa che per le future generazioni.
Siamo convinti che i veri cattolici non condividono queste critiche, ma soprattutto questo tentativo di mischiare politica e fede.
Il Movimento Civico Insieme per Celenza s.T.
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